Islom Karimov è stato rieletto con una massiccia maggioranza, conquistando più del 90% dei voti. Gli osservatori occidentali criticano la campagna elettorale
Elaborazione da fonti: Embassy of Uzbekistan in New Delhi, April 7, 2015; Deutsche Welle, 30.03.2015
La Commissione Elettorale Centrale dell’Uzbekistan, in un comunicato rilasciato ieri dal suo Presidente Mirza-Ulug’bek Abdusalomov, ha dichiarato Presidente eletto della Repubblica dell’Uzbekistan Islom Abdug‘anievič Karimov (nella foto sotto), 77 anni, ex membro del Partito Comunista che governa la Nazione dell’Asia Centrale dal 1989, quando l’Uzbekistan era ancora sotto il dominio sovietico. Questo sarà il suo quarto mandato.
Già lunedì 30 marzo la Commissione Elettorale del Paese aveva dato i primi risultati. Secondo i dati preliminari, 17.122.597 elettori (il 90,39% del numero totale di elettori) hanno espresso la loro preferenza per Islom Karimov. Tre altri candidati hanno partecipato in rappresentanza di partiti fedeli a Karimov: Akmal Saidov, candidato del Partito Democratico Milliy Tiklanish (di Rinnovamento Nazionale) ha ottenuto 582.688 voti (il 3,08% degli elettori); Hotamjon Ketmonov, candidato del Partito Democratico Popolare (erede del Partito Comunista e retto dal Presidente Karimov fino al 2007) ha ottenuto 552.309 voti (il 2,92%); Narimon Umarov, candidato del Partito Social-Democratico Adolat (Giustizia) ha ottenuto 389.024 voti (il 2,05%).
Gli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) hanno descritto le elezioni come una farsa, dicendo che non vi è stata “vera opposizione” a Karimov. Per esempio, a nessun candidato indipendente è stato permesso di partecipare alla campagna e a quasi tutti i media occidentali è stato vietato di riferire all’interno del Paese, con i giornalisti e gli attivisti che continuano a subire vessazioni. “In questo contesto, le persistenti lacune giuridiche e organizzative del processo elettorale sono rimaste irrisolte” ha detto il gruppo, che ha anche espresso preoccupazione per il numero di persone che hanno votato per delega.
L’Ufficio OSCE per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani ha rimproverato agli organi di informazione locali di non aver trasmesso ai cittadini dell’Uzbekistan punti di vista alternativi a Karimov, limitando le loro scelte.
Secondo alcuni, l’elezione di Karimov viola direttamente la Costituzione dell’Uzbekistan, in cui si afferma che i Presidenti possono rimanere in carica per non più di due mandati consecutivi. E il suo governo sarebbe uno dei più repressivi del mondo: il gruppo umanitario Human Rights Watch sostiene che ci sono tra 10.000 e 12.000 prigionieri politici e religiosi nel Paese. Karimov risponde che sta cercando di impedire che qualsiasi elemento islamico radicale attecchisca nella Nazione a larga maggioranza musulmana.
Il Presidente russo Vladimir Putin si è affrettato a congratularsi con Karimov per la sua vittoria, dicendo che è la prova della sua “grande autorità tra i suoi compatrioti”.
Un incidente del 2005 ad Andijon, in cui truppe governative uccisero centinaia di manifestanti, ha messo a dura prova le relazioni con l’Occidente. L’Uzbekistan è divenuto poi una via-chiave di approvvigionamento per le forze NATO che combattono nel vicino Afghanistan.
A dicembre scorso la Nazione è andata alle urne per le elezioni parlamentari, in cui hanno partecipato esclusivamente partiti pro-Karimov.