di Glauco D’Agostino
Leggo sul website della Repubblica di Polonia un articolo del 20 maggio 2020: «San Giovanni Paolo II è stato un sostenitore molto attivo dell’integrazione europea. La sua divisione nel dopoguerra era considerata estremamente dannosa per l’intero continente. Il nostro Grande Papa ha più volte sottolineato che l’Europa dovrebbe respirare con entrambi i suoi polmoni: orientale e occidentale. Allo stesso tempo, dopo la caduta della cortina di ferro, ha indicato che “non ci sarà unità del continente finché non sarà una comunità dello spirito”».
Introduco questa riflessione che ci giunge dall’amata Polonia per denunciare l’indebito uso delle parole per scopi squisitamente politici. L’Europa non è l’Occidente e tantomeno l’Unione Europea. Questa commistione di concetti è probabilmente voluta, anzi pianificata a tavolino da vertici politico-militari interessati o da logge deviate molto attive in Occidente. In quell’Occidente che è diventato un concetto politico scientemente divisivo, per contrapporsi all’Oriente. L’Europa non si riduce alla dimensione economico-commerciale (e da oggi simil-militare) dell’Unione Europea. S. Giovanni Paolo II parlava di comunità dello spirito, non di monete o baratti. Nella sua chiara visione, Ucraina e Russia erano parte integrante dell’Europa, tutti parte della Cristianità nel nome degli insegnamenti dei Santi Cirillo e Metodio, “Apostoli degli Slavi”.
Oggi, l’aggressività pseudo-occidentale e pseudo-europeista di Olaf Scholz, Boris Johnson e Mario Draghi vorrebbe spostare i confini di alleanze militari (la NATO) o commerciali (l’Unione Europea), spacciandoli per confini di civiltà. Così, secondo loro e gli sprovveduti vertici a Bruxelles, Ucraina e Russia, entrambe cristiane e slave, apparterrebbero a mondi contrapposti, il primo occidentale-democratico e il secondo orientale-autocratico. Contro ogni evidenza storica. Così, secondo i tre guerrafondai, se esistono contrasti tra Mosca e Kiev, è bene inserirsi, approfittarne, alimentare le tensioni attraverso una guerra per procura e, perché no, piazzare armamenti e similari. Serve anche per far crescere il PIL in sofferenza in tempi di COVID. E la motivazione di questo furbesco inserimento è naturalmente la cooptazione dell’Ucraina nell’Europa-Occidente in contrapposizione alla Russia-Oriente.
E Biden? Joe è consapevole che la Russia è potenza mondiale, potenza nucleare con veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, Joe pone sotto accusa soprattutto gli oligarchi russi, la sua stessa corrispondente classe sociale di appartenenza. È consapevole che per lo meno la metà dei cittadini americani è contraria allo scontro con Mosca. I suoi toni non sono così concitati come quelli degli zelanti Europei ipocritamente europeisti. È abituato alle crisi sul campo. Ed è anche addestrato ad utilizzare gli alleati. Un film italiano degli anni ’80 titolava: “Vai avanti tu che mi vien da ridere”. Non è difficile trovare il cretino di turno che abbocca con servilismo, spesso ricevendo l’unanimità dei consensi, senza neanche considerare chi alla fine pagherà le conseguenze. Di certo, non il simpatico Joe. “Divide et impera”, il motto del suo Impero. L’importante è tenere separati e in continua fibrillazione i due polmoni europei: quello “orientale” e quello “occidentale”.
Ucraina e Russia sono entrambe parte integrante dell’Europa. Non ci sono maggioranze di opinione che possano sovvertire l’evidenza. Ridurre l’Europa all’Unione Europea significa offendere il suo significato storico, culturale e simbolico. La Norvegia (patria di Stoltenberg) non appartiene all’UE e non vi appartengono la Gran Bretagna (con la Brexit), l’Islanda (che Trump voleva addirittura acquistare) e la Svizzera (che da ieri esce dal suo status riconosciuto di Paese neutrale). Eppure sono tutti Europei. Non si è Europei soltanto perché si appartiene all’Unione Europea e l’Unione Europea non rappresenta tutti gli Europei. I sedicenti europeisti sostengono che sia un bene che l’Ucraina aderisca all’Unione Europea e, automaticamente, alla NATO. Gli Europeisti veri sanno che il processo di costruzione dell’Europa autentica non si costruisce con cooptazioni sostanziate da sotterfugi e ricatti per l’adesione ad una struttura burocratica e arrogante. Quella delle bombe della von der Leyen, per intenderci. L’Europa, non necessariamente in termini politici, si edifica su basi di simmetria tra popoli diversi e concordanza spirituale proattiva. Non ci sono paria. Se è vero che l’Ucraina è europea, è indubitabile che anche la Federazione Russa, la Bielorussia, la Moldavia, i Paesi transcaucasici, tutti i Paesi balcanici e la stessa Turchia siano Europei. Non mi pare che quando l’UE parla di Europei i popoli di queste Nazioni vi siano compresi. Come mai, come mai?
Quando soggiornavo a Varsavia prima della caduta del Muro di Berlino, molti miei amici polacchi si lamentavano di non essere considerati Europei dagli altri Europei, da quelli di Occidente, naturalmente. Loro erano solo quelli dell’Est, non Europei. Pregiudizi ideologici. Anche i Russi ancora oggi non sono considerati Europei dalle consorterie oligarchiche di NATO e UE. Restano pregiudizi razziali o forse religiosi? Non credo. Affiora, invece, un dubbio. Anche i pregiudizi che l’Occidente agitava durante la guerra fredda nascondevano una contrapposizione non tanto ideologica quanto di supremazia imperiale territoriale ed economica. Un vero inganno per i sinceri anti-comunisti.
Chiudo con il pensiero alla Polonia. O meglio, di nuovo alle parole del grande polacco San Giovanni Paolo II, che auspicava un continente riunito “dall’Atlantico agli Urali”. Rivolto all’Europa: “Ritrova te stessa, sii te stessa”.