Libera traduzione da: Nahal Toosi, in Politico, 04/19/17,
Mercoledì il Segretario di Stato Rex Tillerson [nella foto sopra, N.d.T.] ha duramente preso di mira la Repubblica Islamica, accusandola di essere sponsor del terrorismo, di violare i diritti umani, di essere forza destabilizzante con ambizioni nucleari a lungo termine simili a quelli della Corea del Nord.
Ma mentre Tillerson ha ribadito che l’Amministrazione del Presidente Donald Trump stava esaminando la politica globale degli Stati Uniti verso l’Iran, non ha dato alcuna indicazione che l’America si stava preparando a uscire dall’accordo nucleare che l’Amministrazione Obama e diversi governi esteri hanno trovato con l’Iran quasi due anni fa.
“L’Iran fomenta la discordia con i fatti e nella propaganda”, ha detto Tillerson in una rara apparizione davanti ai giornalisti al Dipartimento di Stato. “Un Iran non controllato ha il potenziale di percorrere lo stesso cammino della Corea del Nord e assieme a questa conquistare il mondo”.
L’assalto verbale di Tillerson, solo un giorno dopo aver dichiarato che l’Iran aveva raggiunto i suoi obblighi nell’ambito dell’accordo nucleare, è stato l’ultimo esempio della posizione ostile dell’Amministrazione Trump verso il regime islamista in Iran. Segna una brusca inversione rispetto ai tentativi del Presidente Barack Obama di dedicarsi all’antica nemesi degli Stati Uniti. Può anche essere in parte un tentativo di rassicurare gli alleati degli Stati Uniti come Israele, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, che hanno sollecitato gli Stati Uniti a frenare la crescente influenza iraniana in Medio Oriente.
I commenti di Tillerson di mercoledì hanno fatto eco a quelli dell’allora Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Flynn [nella foto sotto, N.d.T.], quando, poco dopo l’insediamento di Trump, aveva detto ai giornalisti che l’Amministrazione stava mettendo l’Iran “sull’avviso”, e funzionari dell’Amministrazione avevano detto ai giornalisti che era in corso una revisione sulla politica verso l’Iran.
Flynn aveva parlato poco dopo che l’Iran aveva testato un missile balistico e l’Amministrazione aveva presto imposto nuove sanzioni all’Iran. Tillerson, durante il suo intervento di mercoledì, è sembrato fare riferimento a quello stesso test missilistico.
Trump ha ripetutamente criticato l’Iran durante la sua campagna presidenziale. Dal suo insediamento, ha anche cercato di bloccare il permesso agli Iraniani di visitare gli Stati Uniti o emigrarvi, attraverso un divieto di visto mirato su sei Paesi a maggioranza musulmana.
Nella tarda giornata di martedì, Tillerson aveva dichiarato in un comunicato stampa che, mentre l’Iran ha raggiunto i suoi obblighi nell’ambito dell’accordo nucleare, Trump aveva chiesto un riesame interdipartimentale dell’accordo per determinare se gli Stati Uniti dovessero attenervisi.
Riferendosi evidentemente a un mancato accordo nucleare del 1994 con la Corea del Nord, che ora ha armi nucleari, mercoledì Tillerson ha detto che l’accordo con l’Iran è “un altro esempio di acquisizione di un potere che ha ambizioni nucleari. Non vediamo proprio che sia un modo prudente di trattare con l’Iran”.
“L’amministrazione Trump non ha alcuna intenzione di passare la patata bollente sull’Iran ad una futura Amministrazione”, ha detto, aggiungendo che l’accordo “ritarda solo” l’obiettivo dell’Iran di diventare uno Stato nucleare.
Tuttavia, finché l’Iran continua ad aderire all’accordo nucleare, è improbabile che l’Amministrazione Trump si tirerà fuori. Anche alcuni dei più aggressivi critici del trattato nucleare – tra cui i governi arabi alleati degli Stati Uniti – si oppongono all’abbandono dell’accordo.
L’accordo richiede all’Iran di frenare il suo programma nucleare in cambio della rimozione delle sanzioni statunitensi e internazionali collegate al nucleare, che hanno gravemente danneggiato la sua economia. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno mantenuto una serie di sanzioni imposte per altre ragioni, come il dossier sui diritti umani in Iran, il suo programma di missili balistici e la sua [presunta, N.d.T.] sponsorizzazione del terrorismo. I critici dell’Iran vogliono che gli Stati Uniti rafforzino tali sanzioni.