Il Presidente turco Erdoğan attacca la decisione di Trump sulle Alture del Golan, mentre cresce l’elenco dei dissidi tra Stati Uniti e Turchia
Elaborazione da fonti: Tovah Lazaroff, in The Jerusalem Post, March 28, 2019 13:31; Channel NewsAsia, 28 Mar 2019, 06:40AM; Le Monde, 27 mars, 06h49; Fehim Tastekin, in Al Monitor, March 26, 2019
Durante una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi mercoledì sera a New York, gli Stati Uniti si sono trovati isolati quando gli altri 14 Stati membri hanno condannato il riconoscimento USA dell’annessione israeliana delle Alture del Golan. Il Consiglio di Sicurezza ha tenuto il dibattito su richiesta della Siria. Trump aveva annunciato la sua decisione il 21 marzo e lunedì ha firmato un proclama che riconosce l’annessione israeliana dell’altopiano strategico.
Le Alture del Golan furono sottatte alla Siria dallo Stato ebraico durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967 e annesse nel 1981. Territorio strategico per entrambi i Paesi, è ricco d’acqua e si affaccia sulla Galilea e sul Lago di Tiberiade dalla parte controllata da Israele.
Tutti i 15 membri del Consiglio di Sicurezza hanno preso la parola, con 14 di loro che hanno condannato gli Stati Uniti e Israele. Ma non è stato adottato alcun voto formale. Gli Stati Uniti, che sono uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza con potere di veto, avrebbero sventato qualsiasi azione del genere.
“L’opinione pubblica mondiale sta isolando gli Stati Uniti e Israele, i quali stanno operando al di fuori del diritto internazionale e rappresentano una minaccia diretta per la pace e la sicurezza”, ha detto l’Ambasciatore siriano all’ONU Baššār al-Jaʿfarī (foto sopra). “L’Amministrazione USA sta cercando di proteggere i suoi amici israeliani, ma c’è un rischio reale per la pace e la sicurezza internazionale”, ha ribadito. Ha accusato gli Stati Uniti di produrre guerre per seminare il caos in Medio Oriente e di agire ora sul Golan per aiutare il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu (con il Presidente Trump nella foto sotto) a vincere le elezioni del 9 aprile in Israele.
Se il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avesse rimproverato gli Stati Uniti molto prima, anche se è un membro permanente del Consiglio, allora gli USA non starebbero facendo questo passo che dimostra così tanto disprezzo per la legge internazionale delle Nazioni Unite, ha continuato Jaʿfarī. L’inerzia delle Nazioni Unite assieme all’azione degli Stati Uniti “lascerà la gente sotto occupazione con una sola scelta, che è il principio dell’uso della forza, sarà l’unico modo per ripristinare la pace”, ha detto. “Il Golan arabo siriano è nostro, tornerà a noi”.
La Siria non è un membro del Consiglio di Sicurezza, ma le è stato chiesto di partecipare alla riunione assieme a Israele. Jaʿfarī e i 14 membri del Consiglio di Sicurezza che hanno parlato hanno spiegato che l’azione degli Stati Uniti ha violato le precedenti Risoluzioni 242 e 497 contro la sovranità israeliana sul Golan.
“Nessuna nazione al mondo rinuncerebbe ad una terra strategica per il suo nemico più pericoloso”, ha detto l’Ambasciatore di Israele all’ONU Danny Danon. Nei primi due decenni di storia dello Stato, l’esercito siriano ha sparato a civili israeliani dalle alture del Golan, ha aggiunto. “Israele deve assicurare che questo territorio non sarà mai più utilizzato per colpire il nostro popolo. Senza le Alture del Golan, Israele troverebbe i soldati iraniani all’estremità del Mar di Galilea. Non lasceremo mai che questo accada”.
Da parte sua, l’Ambasciatore USA ad interim presso l’ONU Jonathan Raphael Cohen ha affermato che “permettere ai regimi siriano e iraniano di controllare le Alture del Golan equivarrebbe a chiudere un occhio sulle atrocità commesse dal regime di Asad e sulla presenza destabilizzante dell’Iran nella regione”.
Martedì mattina, in occasione di un incontro mensile dedicato al conflitto israelo-palestinese, diversi membri del Consiglio avevano mostrato la loro esasperazione dopo il riconoscimento da parte del Presidente Trump della “sovranità” di Israele sulle Alture del Golan, nonostante le risoluzioni delle Nazioni Unite che assegnano a questa zona uno stato di “territorio occupato” dallo Stato ebraico.
I cinque Stati membri europei del Consiglio – Germania, Francia, Regno Unito, Belgio e Polonia – hanno solennemente dichiarato di “non riconoscere la sovranità di Israele sui territori occupati da Israele dal giugno 1967, tra cui le Alture del Golan”. “L’annessione di un territorio con la forza è vietata dalla legge internazionale. Qualsiasi dichiarazione di un cambiamento unilaterale di confine va contro le regole dell’ordine internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”.
Durante la discussione, l’Ambasciatore francese François Delattre, Presidente del Consiglio in carica, è stato virulento. I parametri concordati dalla comunità internazionale per una pace duratura in Medio Oriente “non sono opzioni o un menu da cui è possibile attingere a piacimento”, ha detto Delattre. “Sono, nel complesso, la base essenziale di qualsiasi piano di pace e di eventuali negoziati futuri”.
“Il riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan è contrario al diritto internazionale, in particolare all’obbligo per gli Stati di non riconoscere una situazione illegale”, ha aggiunto rivolto agli Stati Uniti. “Spetta a questo Consiglio garantire il rispetto [dei] principi fondamentali” della Carta delle Nazioni Unite “che condizionano la pace e la sicurezza internazionali”, incluso quello di giudicare illegale “l’acquisizione di territorio con la forza”. “Ecco perché il silenzio del Consiglio su questo argomento è sempre più assordante, sempre più incomprensibile, e per la Francia sempre più inaccettabile”, ha concluso.
Mercoledì la Turchia ha accusato il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ricorrere a tattiche da “bullo” quando, con una mossa controversa, proclama che le Alture del Golan appartengono a Israele. Nel 1981, all’atto dell’annessione da parte di Israele, la reazione del governo turco si limitò a condannare la decisione in una dichiarazione; Ankara evitò di usare i propri diritti di protesta secondo il diritto internazionale. Ma oggi il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (foto sopra) ha preso una chiara e forte posizione contraria.
La mossa di Israele non è stata riconosciuta a livello internazionale e tre risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU hanno chiesto che si ritiri dal territorio. “Come puoi farlo nonostante le Nazioni Unite?” ha detto Erdoğan rivolgendosi a Trump. “Cosa stai facendo? Essere al timone di uno stato come gli Stati Uniti non ti dà un tale diritto”. Il leader turco ha aggiunto: “L’America ha preferito aumentare le tensioni … piuttosto che contribuire alla pace”.
“Purtroppo, Trump si sta comportando come un ragazzaccio”, ha detto il Presidente turco durante un’intervista alla TV A Haber a diffusione nazionale. “Ha fatto lo stesso per Gerusalemme”. Lo scorso dicembre Trump è andato contro decenni di prassi, riconoscendo formalmente Gerusalemme come capitale di Israele. La Turchia aveva protestato a gran voce. E oggi molti Paesi hanno denunciato la politica del “fatto compiuto” seguita dalla Casa Bianca.
“La sfortunata dichiarazione di Trump ha portato la regione sull’orlo di una nuova crisi”, ha detto Erdoğan il 22 marzo durante il suo discorso rivolto ai Ministri degli Esteri riuniti a Istanbul dall’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC). “Non ci si può aspettare che la Turchia e l’OIC tacciano su un tema così delicato e si sottomettano al fatto compiuto. Non possiamo mai permettere la legittimazione dell’occupazione”, ha aggiunto. “Porteremo avanti la questione delle Alture del Golan fino alla fine”, ha ribadito durante una recente manifestazione elettorale nella provincia centrale anatolica di Konya. Secondo Yaşar Yakış, Ministro degli Esteri turco tra il 2002 e il 2003, “questo è un fermo rifiuto della politica israeliana di espansione in generale”.
Anche l’attuale Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu (foto sopra) ha espresso prontamente la sua opposizione. “I tentativi degli Stati Uniti di legittimare le azioni di Israele contro il diritto internazionale porteranno solo a più violenza e dolore nella regione”, ha twittato il 21 marzo. “La Turchia sostiene l’integrità territoriale della Siria”.
Così, il conflitto sulle Alture del Golan è ora pronto ad aggiungersi alle questioni bilaterali tra Stati Uniti e Turchia. Questi legami sono già tesi a causa di altri disaccordi sul sostegno degli Stati Uniti ai gruppi curdi siriani e sul rifiuto di Washington di estradare il predicatore turco Fethullah Gülen, residente in Pennsylvania e accusato dalla Turchia di aver pianificato il tentativo di golpe nel 2016. Anche la determinazione della Turchia ad acquistare sistemi russi di missili S-400 aggiunge frizioni tra USA e Turchia. “I legami tra Turchia e Stati Uniti sono in uno stato di scontro a causa dell’equazione S-400 / F-35, passando dalla moviola al tempo reale. Le Alture del Golan non sono né più né meno che dettagli in questo senso”, ha commentato l’ex diplomatico Aydın Selcen.
La Turchia proclama di essere sensibile all’integrità territoriale degli altri Paesi anche a causa dei propri timori di un “Kurdistan indipendente”. La sua opposizione alla decisione dell’Amministrazione Trump di riconoscere le Alture del Golan come “territorio israeliano” non significa che la Turchia metterà da parte le condizioni che ha stabilito per ricostruire i suoi legami con Damasco. La Turchia si aspetta che il regime siriano si doti di una nuova Costituzione che garantisca diritti per l’opposizione e vuole l’eliminazione delle entità curde autonome nella Siria settentrionale, che la Turchia considera una minaccia al suo confine.
I colloqui di pace sulla Siria svoltisi ad Astana, in Kazakhstan, e organizzati da Iran, Russia e Turchia, sono stati costruiti sulla Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo il giornalista turco Fehim Tastekin, la risoluzione sottolinea l’importanza dell’integrità territoriale siriana, ma non fa alcun riferimento al problema delle Alture del Golan, quindi non fornisce alcuna soluzione possibile in merito. Il trio Iran-Russia-Turchia (i suoi leaders nella foto sotto) potrebbe benissimo aggiungere la questione delle Alture del Golan alla sua agenda per aumentare la pressione sugli Stati Uniti, ma, anche se ciò accadesse, nessuno si aspetta davvero che il conflitto diventi una priorità assoluta per i tre governi. In altre parole, secondo l’ex Ministro turco Yaşar Yakış, il processo siriano non sarà collegato all’espulsione di Israele dalle Alture del Golan.