Elaborazione da fonti: Al Jazeera, 28 Dec 2021; Agence France-Presse in Beirut, 28 Dec 2021, 12.44 GMT
Un raid aereo israeliano ha colpito ancora una volta il porto siriano di Latakia prima dell’alba di martedì, innescando un incendio che ha illuminato il lungomare mediterraneo e causato “significativi danni materiali”, secondo quanto riportato dai media statali siriani. Latakia [foto a lato], cuore della minoranza `alawita del Presidente Baššar al-Asad, è il principale hub trasportistico della Siria e ha subito il secondo attacco di questo tipo nell’ultimo mese.
“Verso le 3:21 del mattino (05:21 GMT) il nemico israeliano ha effettuato un’aggressione aerea con diversi missili dalla direzione del Mediterraneo … prendendo di mira il deposito container nel Porto di Latakia”, ha affermato martedì l’agenzia di stampa statale siriana SANA (Syrian Arab News Agency) citando una fonte militare. Secondo la SANA, l’attacco missilistico ha distrutto anche le facciate di un ospedale, alcuni edifici residenziali e negozi.
L’ufficio stampa del governo siriano ha dichiarato che i servizi di emergenza hanno preso il controllo degli incendi scoppiati nell’area di stoccaggio dei container del Porto [foto sotto]. Non ci sono state segnalazioni immediate di vittime dell’attacco, che ha attivato le difese aeree siriane, ha affermato.
Le riprese in diretta trasmesse dalla televisione di Stato Syria TV hanno mostrato interventi dei Vigili del Fuoco su pile di container in fiamme che illuminavano il cielo notturno. Amer Ismā’īl Hilāl, Governatore di Latakia, ha detto che i Vigili del Fuoco hanno domato le fiamme entro mezzogiorno e stanno spegnendo i residui, ha riferito la SANA. La stessa agenzia ha affermato che i container trasportavano “lubrificanti e pezzi di ricambio per auto e altri veicoli”.
Un giornalista locale della TV statale Al-Ikhbariyah (Syrian News Channel) ha affermato che le esplosioni si sono potute sentire a Ṭarṭūs, un’altra città portuale a 85 km a sud. Ṭarṭūs [il suo porto nella foto sopra] ospita l’unica base militare nel Mediterraneo gestita dalla Russia, che è stata il più importante alleato del Presidente Baššar al-Asad durante il conflitto. La Russia gestisce anche la base aerea di Ḥmaimīm, a circa 20 km a sud di Latakia.
Interrogato sul raid, un portavoce dell’Esercito israeliano ha dichiarato: “Non commentiamo rapporti dei media stranieri”. Ma ‘Ālūf (Generale) Aharon Haliva, Capo della Direzione Operativa del Comando Supremo dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane), ha accusato l’Iran di “continuare a promuovere la sovversione e il terrore” in Medio Oriente e lo stesso Esercito israeliano ha difeso gli attacchi come misura necessaria per impedire al suo nemico Iran di prendere piede alle sue porte.
Incursioni aeree di routine
Già il 7 dicembre Israele aveva effettuato raid nel Porto di Latakia [foto sotto] senza causare vittime.
Dallo scoppio della guerra in Siria nel 2011, che ha ucciso quasi 500.000 persone, Israele ha regolarmente effettuato raid aerei sul suo vicino, prendendo di mira principalmente le Forze Armate regolari del governo siriano, truppe alleate sostenute dall’Iran e combattenti affiliati alle unità militari libanesi di Ḥizb Allāh. L’Iran è stato uno dei principali sostenitori del governo siriano nella guerra civile. Le forze israeliane hanno colpito sospette strutture militari iraniane in Siria e hanno anche condotto una campagna di sabotaggio all’interno del Paese contro il suo programma nucleare.
Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), l’ufficio d’informazioni con sede nel Regno Unito e un’ampia rete di fonti in Siria, quel precedente attacco, che è stato il primo alla struttura dall’inizio della guerra, aveva preso di mira un carico di armi iraniane e innescato una serie di “potenti esplosioni che sono state avvertite in tutta la città di Latakia e nei suoi sobborghi”. Lo stesso SOHR ha detto che non era chiaro se le armi provenissero dall’Iran o da un altro fornitore. A novembre, secondo il gruppo di monitoraggio, tre soldati e due combattenti siriani affiliati a Ḥizb Allāh sono stati uccisi nei raid israeliani.
Sebbene Israele commenti raramente i singoli attacchi che effettua contro il suo vicino settentrionale – con cui è ufficialmente in guerra – dal 2011 ne ha confermati centinaia. Secondo un rapporto dell’Esercito israeliano, nel 2020 ha colpito circa 50 obiettivi in Siria. Nell’operazione più letale dall’inizio dei raid, durante la notte del 13 gennaio 2021, Israele ha ucciso 57 soldati del governo siriano e combattenti alleati nella Siria orientale.
Secondo i dati del SOHR, quest’anno Israele ha finora preso di mira la Siria quasi 30 volte, uccidendo 130 persone tra cui 5 civili e 125 combattenti lealisti.