Sahel – I Presidenti della Francia e dell’Africa Occidentale lanciano una nuova forza militare multinazionale

Libera traduzione da: Uhuru Spirit, July 03, 2017

Domenica scorsa i poteri africani hanno lanciato una nuova forza militare multinazionale per affrontare i militanti islamici nel Sahel. A un vertice regionale il Presidente francese Emmanuel Macron ha detto che dovrebbe essere pienamente operativa entro l’autunno nonostante il suo attuale deficit di bilancio.

Alcuni osservatori vedono l’iniziativa del blocco G5 del Sahel – Mali, Mauritania, Burkina Faso, Niger e Tchad – come la formazione della base di una possibile strategia di uscita per circa 4.000 militari francesi ora dispiegati nell’esplosiva regione. Ma Macron ha detto che Parigi non ha intenzione di ritirarli.

Gruppi militanti islamici, alcuni con collegamenti ad al-Qāʿida, avevano preso il controllo del nord del deserto del Mali nel 2012.

Anche se sono stati respinti un anno dopo da un intervento militare guidato dalla Francia, continuano a compiere attacchi contro le forze di pace ONU, soldati maliani e obiettivi civili in violenze che hanno attraversato i confini del Mali.

“Ogni giorno dobbiamo combattere terroristi, delinquenti, assassini, i cui nomi e volti dobbiamo dimenticare, ma che dobbiamo con fermezza e determinazione sradicare insieme”, ha detto Macron al vertice di Bamako, capitale del Mali.

Durante l’incontro, i leader dei Paesi G5 del Sahel hanno istituito formalmente la nuova forza, che opererà in coordinamento con le truppe francesi e la MINUSMA [Mission Multidimensionnelle Intégrée des Nations Unies pour la Stabilisation au Mali, N.d.T.], la missione ONU di mantenimento della pace in Mali.

I Paesi del blocco G5 del Sahel avevano iniziato a ventilare l’idea di una forza regionale già nel 2015, ma, dal suo insediamento a maggio, Macron ha dato il pieno appoggio di Parigi al piano, anche attraverso una risoluzione ONU del mese scorso.

“C’è urgenza perché coloro che stiamo affrontando non hanno intenzione di aspettare”, ha detto il Presidente del Mali Ibrahim Boubacar Keïta. “È anche chiaro che la Francia da sola non deve continuare a sopportare il peso di questa lotta contro il terrorismo”.

SOTTOFINAZIATI E OBERATI

Domenica scorsa Macron ha detto che la forza, che dovrebbe essere costituita da circa 5.000 soldati, deve essere pienamente operativa entro il prossimo autunno.

Ma ha minimizzato la supposizione attribuitagli che sta cercando di ridurre l’onere dell’Operazione francese transfrontaliera Barkhane [iniziata nel 2014 e seguita alla chiusura delle Operazioni francesi Sparviero dal 1986 in Tchad e Gattopardo dal 2013 in Mali, N.d.T.], affermando in un incontro con la comunità francese del Mali dopo il vertice che Parigi “rimarrà impegnata per tutto il tempo necessario”.

Con il suo Quartier Generale militare a Sévaré, città del Mali settentrionale [in realtà sud-orientale, N.d.T.], la forza G5 del Sahel si concentrerà sulle zone di confine – una lungo la frontiera tra Niger e Mali, un’altra tra il Mali e la Mauritania e una terza a cavallo dei confini tra Burkina Faso, Niger e Mali.

Parigi considera il Sahel un terreno fertile per militanti e trafficanti, che rappresentano una minaccia per l’Europa.

Sabato notte JNIM [Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin’, Gruppo di Supporto all’Islam e ai Musulmani, attivo da marzo 2017, N.d.T.], un gruppo legato ad al-Qāʿida, ha pubblicato un video che mostra sei ostaggi occidentali rapiti nella regione negli ultimi anni.

Fra loro, la cittadina francese Sophie Pétronin. Macron ha detto che la Francia “impiegherà tutte le sue energie per sradicare” i suoi rapitori.

Mentre il vertice di domenica ha segnato un passo avanti nel progetto di creazione della nuova forza, si devono ancora affrontare una serie di ostacoli.

L’Unione Europea ha impegnato circa 50 milioni di euro (57 milioni di dollari USA) e Macron ha detto che la Francia contribuirà con circa 8 milioni di euro entro la fine dell’anno.

Ciascuno dei membri G5 del Sahel contribuirà con 10 milioni di euro per la forza. Ma il Presidente Keïta ha stimato domenica che il budget totale richiesto sia di 423 milioni di euro.

Le nazioni G5 del Sahel – tra le più povere del mondo – sono già oberate.

Tchad, Burkina Faso e Niger hanno schierato circa 4.100 soldati nel MINUSMA. Niger e Tchad forniscono anche truppe ad una simile forza regionale per combattere i militanti di Boko Haram della Nigeria.

Idriss Déby,  Presidente del Tchad, che possiede le Forze Armate più capaci della regione, ha espresso riluttanza ad impegnare ulteriormente le sue forze, a meno che non ricevano più sostegno internazionale.

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