Gravissimo attacco militare contro la Repubblica turcofona a maggioranza musulmana, un’entità fondatrice della Federazione Russa. Urge sventare il tentativo di Zelenskij e della sua oligarchia al potere di coinvolgere il mondo islamico in una guerra che, almeno questa volta, non ha carattere religioso. O la regia va individuata nei soggetti internazionali di cui il regime dominante a Kiev è proxy?
Kazan, capitale del Tatarstan
La notizia proviene direttamente da Kiev e descrive la soddisfazione per la capacità militare dimostrata dalle milizie ucraine per aver colpito ad oltre 1.300 chilometri di distanza dal confine ucraino-russo. Un disperato tentativo del regime oligarchico di innalzare la tensione internazionale nel momento in cui è chiaro che la guerra è persa e che è tempo di negoziare col vincitore. La sicumera del suo cacicco sembra vacillare nel momento in cui, finalmente, capisce di essere stato strumentalizzato da chi lo aveva insediato al potere con telenovelas anticipatrici. Potenza dei media! Ma la realtà è un’altra cosa, caro Volodimir!
L’alzata d’ingegno di colpire un territorio musulmano nella Federazione Russa non è segno di intelligenza né tattica né strategica. Utilizzare le divergenze, pur esistenti, tra Kazan e Mosca per innescare conflitti interni nella Federazione non è all’altezza di un attore di provincia. Né, credo, le diplomazie occidentali sue alleate siano così sprovvedute. Il Tatarstan è musulmano e turcofono e i suoi destini riguardano una tacita intesa tra Mosca e Ankara, raggiunta con una difficile trattativa all’interno di un quadro geo-politico più generale. Ma di questo i “furbetti del quartierino” della NATO non lo hanno evidentemente informato.
L’intento della comunità internazionale è, in questo momento, diminuire la tensione militare, non aumentarla, specialmente con i venti guerra che scuotono il Medio Oriente con la “questione israeliana”. Le cancellerie europee lo sanno. Si spera. O sono anche loro vittime dei “furbetti” di cui sopra?
