Elaborazione da fonti: C.R.I.DE.M, 28-06-2014, 08:37; Afriquinfos, 29 juin 2014, 20:12 UTC
Domenica 29 giugno il Consiglio Costituzionale della Mauritania ha confermato la vittoria del Presidente Moḥamed Ould ‘Abd el-Aziz (in alto nella gigantografia) nelle elezioni presidenziali del 21 giugno e ha respinto l’unico ricorso proposto per l’annullamento delle elezioni. “Il candidato Moḥamed Ould ‘Abd el-Aziz è stato eletto Presidente della Repubblica Islamica di Mauritania al primo turno delle elezioni presidenziali del 21 giugno 2014 per avere ottenuto la maggioranza assoluta dei voti espressi” ha detto durante una cerimonia ufficiale il Presidente del Consiglio, Sgheyir Ould M’Barek.
I principali oppositori del Presidente ‘Abd el-Aziz, riuniti nel Forum Nazionale per la Democrazia e l’Unità in Mauritania (FNDU, l’opposizione detta “radicale”), che comprende una dozzina di partiti politici e diverse organizzazioni della società civile e personalità indipendenti, avevano invitato a boicottare le elezioni, organizzate, secondo loro, in maniera “unilaterale” da una “dittatura”.
Il Forum (in alto il suo logo), in un comunicato seguito ad una conferenza stampa tenuta giovedì notte nella capitale Nouakchott, aveva annunciato di non accettare i risultati. ”Non riconosciamo alcun risultato di queste elezioni” ha detto il Forum.
L’affluenza alle urne, il problema principale di queste elezioni dopo il boicottaggio di una parte dell’opposizione, è stata del 56,55%. Il Presidente Aziz ha leggermente migliorato la sua percentuale dall’81,89% all’81,94%, secondo i dati definitivi diffusi dal Consiglio, seguiti ai risultati provvisori della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) del 23 giugno.
Il FNDU insiste sul fatto che il nuovo mandato di Ould ‘Abd el-Aziz ”manca di qualsiasi base democratica o giuridica”, considerando che ”l’alternanza pacifica al potere attraverso le urne” sotto l’attuale regime si rivela ”pura utopia”. Nella dichiarazione il FNDU sottolinea che le elezioni presidenziali “non hanno risolto la crisi politica” e che la Mauritania “è ancora governata da un regime totalitario, la cui natura non è cambiata”. Si è trattato, per il Fronte, di un ”putsch elettorale evidente”, di “una votazione farsa” e di un risultato “degno dei regimi totalitari”.
Secondo dopo Aziz è risultato l’attivista anti-schiavista Biram Ould Dah Ould Abeid, con l’8,72%. Ould Abeid aveva depositato l’unico ricorso per l’annullamento delle elezioni, ma la sua richiesta è stata “respinta per vizi di forma” ha detto Ould M’Barek.
Gli altri tre candidati alle elezioni del 21 giugno si dividono il resto dei voti. Si tratta di Boïdiel Ould Houmeit, candidato del partito el-Wiam (PEDS, Partito dell’Intesa Democratica e Sociale, di opposizione moderata), che ottiene il 4,41%, contro il 4,43% di Ibrahima Moctar Sarr, un rappresentante della comunità nera della Mauritania e Presidente dell’Allenza per la Giustizia e la Democrazia / Movimento per il Rinnovamento, e lo 0,48% per Lalla Mariem Mint Moulaye Idriss, unica donna in corsa.