Repubblica Islamica dell’Iran – L’Āyatollāh Seyyed ‘Alī Khāmene’i parla alla Conferenza Internazionale dell’Unità Islamica

La Guida Suprema afferma che Tehrān continuerà ad aiutare i Palestinesi senza riserve e invita altri Paesi musulmani a seguirne l’esempio

Libera traduzione da: Islamic Invitation Turkey, 15/11/2019

Parlando venerdì scorso durante una riunione con gli Ambasciatori dei Paesi musulmani e i partecipanti alla 33a Conferenza dell’Unità Islamica a Tehrān, l’Āyatollāh Khāmene’i [foto sopra, N.d.T.] ha affermato che la posizione dell’Iran sulla questione della Palestina è di principio e definitiva.

“Dall’inizio della Rivoluzione Islamica fino ad oggi siamo rimasti su questa posizione – nel senso che abbiamo aiutato e continueremo ad aiutare la Palestina e i Palestinesi senza alcun interesse e consideriamo questo un dovere di tutto il mondo islamico”, ha affermato la Guida.

L’Āyatollāh Khāmene’i ha accennato agli sforzi dei nemici per “distorcere” le dichiarazioni del defunto Padre della Rivoluzione Islamica Imām Khomeini [foto sotto, N.d.T.] e dei rappresentanti iraniani sull’eliminazione di Israele.

“Siamo a favore della Palestina e della sua indipendenza e salvezza, ma l’eliminazione di Israele non significa l’eliminazione del popolo ebraico, poiché [con questo, N.d.T.] non abbiamo nulla a che fare, visto che molti Ebrei vivono al sicuro nel nostro Paese”.

“L’eliminazione di Israele significa l’eliminazione del falso regime sionista e che i Palestinesi, siano essi musulmani, cristiani o ebrei, come principali proprietari di quella terra, dovrebbero poter scegliere il proprio governo”, ha affermato la Guida.

Dovrebbero anche poter “cacciare gli estranei e i teppisti come [il Primo Ministro israeliano Binyamin] Netanyahu e dirigere il loro Paese, cosa che ovviamente accadrà”, ha aggiunto l’Āyatollāh Khāmene’i.

L’Āyatollāh Khāmene’i ha descritto la questione della Palestina come la più grande criticità del mondo musulmano, la quale ha spostato una Nazione dalla sua casa; e ha sottolineato l’importanza dell’unità tra Nazioni musulmane nella risoluzione della questione.

“Se i Paesi musulmani avessero mantenuto anche livelli minimi di unità, oggi non avremmo avuto così tante criticità nel mondo musulmano”, ha affermato la Guida.

Israele e Stati Uniti ostili a tutti gli Stati musulmani

In altre occasioni, la Guida ha affermato nelle sue osservazioni che gli Stati Uniti, Israele e i nemici dell’unità musulmana sono ostili a tutti i Paesi islamici.

“La natura dell’Islam si basa sul rifiuto della tirannia, dell’arroganza e dell’egemonia; per questo sono contrari all’Islam e a tutti gli Stati musulmani in linea di principio”, ha detto, rifiutando l’idea che siano ostili solo verso l’Iran.

La Guida ha sottolineato le dichiarazioni offensive dei leader statunitensi sui Sauditi, affermando che Washington ha mostrato la sua chiara ostilità nei confronti dell’Arabia Saudita e della sua Nazione così esprimendo l’intenzione di saccheggiare il Regno.

“Quando affermano esplicitamente che i Sauditi non hanno altro che denaro, vogliono dire «dobbiamo andare a derubarli». Questa è aperta ostilità verso un Paese e una Nazione; e le parti che si oppongono [a queste affermazioni, N.d.T.] devono capire quale sia il loro dovere contro tali insulti in considerazione del loro zelo arabo e della loro dignità islamica”.

L’Āyatollāh Khāmene’i ha inoltre citato la presenza degli Stati Uniti nella regione come fonte di problemi, corruzione, insicurezza e formazione di gruppi come lo Stato Islamico per poi sottolineare la necessità per le Nazioni musulmane di acquisire familiarità con il “volto vero e ipocrita” di Washington.

Sottomissione significa privazioni

La Guida ha avvertito che l’arma principale degli Stati Uniti oggi è infiltrarsi in centri sensibili, creando divisione tra Nazioni, creando sfiducia tra governi e persone e sottintendendo che arrendersi a Washington è l’unico modo per risolvere i loro problemi.

“Quest’arma è persino più pericolosa degli eserciti e delle armi pesanti”, ha ammonito, affermando che il modo per affrontare i nemici è obbedire al comando di Dio di resistere sul sentiero della giustizia.

“Naturalmente, questa resistenza avrà difficoltà, ma sopportare queste difficoltà è un atto giusto e sarà ricompensato da Dio. Inoltre, arrendersi al nemico sarà più difficile e Dio punirà coloro che cedono all’oppressione”.

La Guida ha inoltre sottolineato la necessità per le comunità, i governi, i gruppi etnici e i culti musulmani di evitare di danneggiarsi l’un l’altro, esortandoli a rimanere uniti contro il nemico comune.

“Ai livelli più alti, i Paesi islamici devono unire le forze della scienza, della ricchezza, della sicurezza e del potere politico e sforzarsi di realizzare una moderna civiltà islamica”, ha detto, aggiungendo che la Repubblica Islamica dell’Iran considera questo come obiettivo supremo.

L’Āyatollāh Khāmene’i ha dichiarato: “Le Nazioni hanno bisogno di energia nucleare pacifica, ma i monopolisti occidentali cercano di controllare questa energia e di consegnarla ad altre Nazioni goccia a goccia, in cambio della loro dignità e indipendenza”.

Nel caso dell’Iran, “gli Occidentali sanno che fondamentalmente e ideologicamente non cerchiamo armi nucleari. Pertanto, la loro opposizione all’azione nucleare della Repubblica Islamica mira a dissuadere l’Iran dall’acquisire conoscenze, attività e capacità nucleari”, ha aggiunto.

L’incontro della Guida con gli ospiti della Conferenza dell’Unità Islamica si è tenuto nell’occasione propizia dell’anniversario della nascita del Profeta Muḥammad (Pace su di Lui) e del suo pronipote Imām Ṣādiq, il sesto Imām dei Musulmani sciiti.

La 33a edizione della Conferenza Internazionale dell’Unità Islamica è stata inaugurata giovedì dal Presidente Ḥasan Ruhani [foto a lato, N.d.T.].

Organizzato dal Forum Mondiale per la Prossimità delle Scuole Islamiche di Pensiero, basato in Iran [e voluto proprio dall’Āyatollāh Khāmene’i, N.d.T.], l’evento di tre giorni mira a stabilire unità e sinergie tra i Musulmani.

Parlando alla cerimonia di apertura, il Presidente Ruhani ha affermato che gli unici ad approfittarsi della divisione tra i Musulmani sono gli attori stranieri nella regione.

“L’Unità della Umma in Difesa della Moschea di al-Aqsa” è stato il tema della Conferenza di quest’anno. Questo è il secondo anno consecutivo in cui la Palestina è diventata il fulcro della Conferenza dell’Unità.

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