Lo Stato Maggiore dell’ex Séléka controlla il territorio a nord e ad est di Bambari, capitale della Prefettura di Ouaka
Elaborazione da fonte: Vianney Ngbandi in Centrafrique Libre, 17 mai 2014
Il nuovo Stato Maggiore dell’ex Séléka (Coalizione, in lingua Sängö), designato venerdì 9 maggio a N’Délé (capitale della Prefettura settentrionale di Bamingui-Bangoran), si è ufficialmente insediato nelle sue funzioni giovedì 16 maggio scorso e si è presentato alle autorità locali della città di Bambari (la capitale della Prefettura di Ouaka), alla presenza delle forze internazionali. La cerimonia è stata breve ed è stata presieduta dal Prefetto di Ouaka, El-Ḥājji Abacar Ben Ousmane.
Lo Stato Maggiore dell’ex Séléka (ufficialmente dissolta a gennaio scorso), che opererà in otto prefetture del Centro e del Nord della Repubblica Centrafricana, ha promesso un forte controllo sulle milizie anti-Balaka che cercassero di attraversare le loro aree d’intervento. Queste milizie sono formazioni cristiane nate dopo l’ascesa al potere di Michel Am-Nondokro Djotodia, leader musulmano della coalizione Séléka. Durante l’anno in corso Amnesty International ha denunciato numerosi massacri commessi da anti-Balaka contro civili musulmani, costringendo migliaia di musulmani a fuggire dal Paese.
Durante l’incontro lo Stato Maggiore dell’ex Séléka ha ribadito una delle raccomandazioni del Congresso di N’Délé, che dà al governo una settimana di tempo per mettere sotto protezione la popolazione musulmana. Il Governo deve anche prendere in considerazione la riabilitazione nelle loro aree di intervento delle strade, delle scuole, degli ospedali e delle moschee distrutte nel corso della crisi.
Per lo Stato Maggiore, se non si interviene, si sarà costretti ad un “cambio di passo”. Il Prefetto di Ouaka ha dichiarato nel corso della riunione che la presenza dello Stato Maggiore in città è “un’occasione per la popolazione, perché la sua sicurezza sarà garantita”. Secondo un’altra fonte dell’ex Séléka, questa dovrebbe ora essere chiamata “Esercito Repubblicano”, perché i suoi uomini fungeranno da forze regolari per otto prefetture che occupano o hanno intenzione di occupare.
Un’altra informazione ha riferito che i rappresentanti della Sangaris (l’operazione militare francese condotta nel Paese dal 5 dicembre 2013), della MISCA (Mission Internationale de Soutien à la Centrafrique sous conduite Africaine, la missione di peace-keeping autorizzata alla stessa data dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) e del Municipio non sono stati ammessi a intervenire durante la riunione, ma hanno partecipato in qualità di osservatori. La posizione della Séléka fa capire che la divisione della Repubblica Centrafricana è già iniziata sotto lo sguardo impotente della comunità internazionale.
L’insediamento di questo Stato Maggiore preoccupa già una parte della popolazione e numerosi abitanti di Bambari hanno cominciato a lasciare la città. Secondo alcuni cittadini di Bambari, la divisione del Paese è già in atto e non è più discutibile.
A partire dalla minaccia di tracollo del Presidente Djotodia (che si è dimesso a gennaio scorso), l’idea della divisione della Repubblica Centrafricana è stata formalizzata da Abakar Sabone, uno dei leader della precedente ribellione Séléka. Oggi questi ex ribelli e la maggioranza della popolazione musulmana si sono insediati nel nord del Paese, accelerando, così, questa aspirazione.
Va rilevato che, nonostante la presenza di forze internazionali nelle città del nord, la Séléka è determinata a dividere in due la Repubblica Centrafricana, esprimendo in pieno le ambizioni dei suoi promotori.
