Qatar-Regno del Bahrein – Riapre la disputa territoriale

Dr. Khalid Al-Jaber* e Giorgio Cafiero*

Libera traduzione da: The Peninsula, 18 Nov 2017 – 11:30

Con il prolungarsi della disputa del Golfo che dura da cinque mesi, le relazioni tra Bahrein e Qatar stanno diventando molto più tese. Nelle scorse settimane il Procuratore del Bahrein ha accusato due leader sciiti dell’opposizione di spionaggio per conto di Dōḥa, Manāma ha chiesto il congelamento dell’appartenenza del Qatar al Consiglio di Cooperazione del Golfo e le autorità del Regno insulare hanno annunciato che non permetteranno ai cittadini e ai residenti nel Qatar di entrare in Bahrein senza ottenere un visto. Come se non bastassero queste accuse e annunci, la riaccensione da parte del Bahrein di una disputa territoriale con il Qatar che risale al 19° secolo ha segnato all’inizio di questo mese un’ulteriore escalation della tensione nel rapporto ostile tra Manāma e Dōḥa [capitali rispettivamente del Bahrein e del Qatar, N.d.T.].

Il 4 novembre il Bahrein ha rivendicato la sovranità sulle Isole Ḩawār (che possiede) e sulla città costiera di Zubara, situata all’estremo nord-occidentale della Penisola del Qatar e internazionalmente riconosciuta come territorio del Qatar. I regnanti al-Khalīfa del Bahrein e ath-Thānī del Qatar si sono contesi questi territori nel corso della storia, a partire dall’ascesa di questi ultimi nella Penisola del Qatar durante la metà del XIX secolo. Prima della firma dell’accordo del 1868, in cui i Britannici riconobbero alla famiglia ath-Thānī la rappresentanza delle tribù della Penisola del Qatar, i reali al-Khalīfa del Bahrein si erano insediati sulla terra che appartiene al Qatar.

Nel 1986 Bahrein e Qatar finirono quasi in guerra per i loro contesi territori ricchi di giacimenti di gas e petrolio, ma gli sforzi di mediazione saudita scongiurarono un tale conflitto. Nel 1991 Dōḥa sottopose la disputa sulla sovranità alla Corte Internazionale di Giustizia. Nel marzo 2001 la Corte ha assegnato Zubara [sotto una foto del suo forte, N.d.T.] e le Isole Jinān al Qatar e le Isole Ḩawār al Bahrein. La Corte Internazionale di Giustizia ha anche stabilito lo status territoriale di due scogliere contese: ad-Dibal (assegnata al Qatar) e al-Jaradah (assegnata al Bahrein). La sentenza del 2001 è stata la causa più complicata presentata alla Corte Internazionale e la sua risoluzione ha costituito l’unica volta in cui due Stati arabi hanno risolto una disputa di sovranità attraverso la Corte Internazionale.

Nonostante il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia, Manāma ha una chiara opinione circa il controllo di Zubara da parte di Dōḥa, considerato come una violazione della sovranità del Bahrein. Il 4 novembre lo Stato insulare arabo ha diramato un comunicato stampa (“Sovranità e diritti legittimi: i fatti storici”) che ha dichiarato che Zubara è stata “strappata via con la forza” alla gente del Bahrein, che ha “tutti i diritti” per rivendicare questa terra e per “contestare la legittimità del dominio del Qatar sul territorio settentrionale”. La dichiarazione afferma che “il Bahrein ha sopportato l’intollerabile e ha concesso molti dei suoi diritti storici internazionalmente documentati per distanziare il GCC [il Consiglio di Cooperazione del Golfo, N.d.T.] da differenze bilaterali”. In un riferimento all’istituzione del GCC nel 1981, la dichiarazione ha affermato che la leadership a Manāma “ha convenuto di rinviare l’affermazione dei suoi diritti, ha accettato le perdite e ha rinunciato a ciò che è suo di diritto, al fine di garantire l’unità del Golfo”.

Sebbene non sia chiaro come o se il Bahrein agirà sulla questione di Zubara, la riapertura di questa disputa territoriale da parte di Manāma evidenzia le dimensioni storiche e tribali della crisi del Qatar. Apparentemente, ora sono diffuse tutte le rimostranze del Bahrein contro il Qatar. La condanna del Qatar da parte del Bahrein non è nuova, eppure il disfacimento del GCC sta creando un nuovo ambiente regionale nel Golfo Arabico, dove il Bahrein sta sfidando la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2001 sulla disputa territoriale del Regno insulare con il Qatar, mentre Manāma ha taciuto sulla questione negli ultimi 16 anni nell’interesse del Consiglio di sei membri [Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar, N.d.T.] che ha unito in qualche modo il Bahrein con il Qatar, almeno simbolicamente e in linea di principio.

Le bandiere del Bahrein e del Qatar si distinguono solo per una leggera differenza di colore (dal sito The Heraldry Society of Scotland)

Lo skyline di Dōḥa quando i grattacieli erano ancora in costruzione

Da quando è scoppiata la disputa sul Golfo, le lamentele di lungo corso del Bahrein verso il Qatar si sono manifestate su base sistematica in dure condanne della leadership di Dōḥa. Funzionari del Bahrein hanno accusato le loro controparti del Qatar di complottare attività sovversive nel Regno isolano e di sponsorizzare il terrorismo sostenuto dall’Iran nell’arcipelago, mentre i media del Bahrein oggi fanno riferimento abitualmente al “regime” (non “Stato”) del Qatar, come se descrivessero la Repubblica Islamica. La riaccensione di questa disputa territoriale è arrivata poco dopo che il Ministro degli Esteri del Bahrein aveva dichiarato che il Bahrein non parteciperà al vertice del GCC, previsto per il prossimo mese, se il Qatar partecipasse senza soddisfare le richieste dei Paesi del blocco di ristabilire relazioni diplomatiche ed economiche.

Nell’analizzare l’approccio di Manāma alla disputa del Golfo, bisogna considerare fino a che punto la politica estera del Bahrein sia sotto l’egida dell’Arabia Saudita. Dal 2011 il Bahrein ha rinunciato a notevoli quote di autonomia in cambio di sostegno finanziario e di sicurezza da Riyāḍ e Abu Dhabi, che hanno portato tutti gli Stati arabi del Golfo ad un più stretto allineamento su questioni regionali, dalla crisi del Qatar alla guerra civile dello Yemen e dal contenimento dell’Iran all’indebolimento degli Ḥizb Allāh libanesi, sostenendo al contempo il regime egiziano. Sebbene il Bahrein sia stato il primo Paese ad annunciare l’interruzione dei legami con il Qatar la mattina del 5 giugno – seguito pochi minuti dopo dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Arabia Saudita e dall’Egitto, gli ordini sono stati emessi da Riyāḍ. La riaccensione di questa disputa territoriale tra Manāma e Dōḥa si basa in definitiva sul fatto che il Quartetto sta facendo più pressione su Dōḥa, con il Bahrein che usa come leva le sue rivendicazioni storiche sul territorio del Qatar continentale.

Se il Bahrein dovesse fare delle mosse per sfidare la sovranità del Qatar su Zubara, un probabile risultato sarebbe che Manāma riceverebbe una forte condanna da parte di tutta la comunità internazionale. Coerentemente con altri aspetti della risposta del Qatar al blocco in atto da cinque mesi, i funzionari di Dōḥa stanno puntando sul diritto internazionale e sulle istituzioni internazionali come la Corte Internazionale di Giustizia favorevoli alle loro posizioni su varie questioni derivanti dalla disputa del Golfo, dal commercio al mondo accademico dai diritti umani all’aviazione. A meno che la Corte Internazionale di Giustizia riapra la disputa, il Qatar avrà nella sentenza della Corte di 16 anni fa una solida base per la sua legittima rivendicazione sulla sovranità a Zubara, nonostante le rimostranze del Bahrein.

Il Ponte dell’Amicizia Qatar-Bahrein è un progetto la cui realizzazione è stata continuamente posticipata

Indipendentemente da ciò che la leadership del Bahrein cerchi di ottenere nel fare affermazioni di sovranità su Zubara, Manāma sta contribuendo a un senso di ostilità nelle relazioni tra Bahrein e Qatar. La riaccensione di questa disputa territoriale rischia di eliminare ulteriormente i potenziali benefici che sia il Bahrein sia il Qatar avrebbero potuto continuare a capitalizzare dopo la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2001, mentre [la riaccensione della disputa, N.d.T.] accentua i rischi di ulteriore escalation della controversia del Golfo.

 

* Direttore di Gulf International Forum

Amministratore e Fondatore di Gulf State Analytics

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