Palestina – Associated Press e Al Jazeera condannano il bombardamento israeliano dei loro uffici a Gaza

Il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale Fatou Bom Bensouda: “Prendo atto con grande preoccupazione dell’escalation di violenza in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, così come dentro e intorno a Gaza, e la possibilità di crimini ai sensi dello Statuto di Roma”

Il bombardamento israeliano di un alto edificio di Gaza ospitante gli uffici di agenzie di stampa internazionali denuncia la difficoltà da parte di Tel Aviv che le ciniche azioni militari che sta conducendo contro la popolazione palestinese siano divulgate. Israele, mentre la propaganda in molti paesi “occidentali” è ritenuta l’unica democrazia mediorientale, considera la libertà di stampa il suo nemico numero uno. Credo che quando si attacca in maniera mirata le sedi delle fonti di informazione, specialmente nel corso di guerre scatenate contro popolazioni civili, non si rende un buon servizio alla democrazia, ai diritti umani e alla libertà di espressione. Islamic World Analyzes offre la piena solidarietà, oltre che ai Palestinesi di Gaza, anche alle testate coinvolte, attendendosi che il resto del mondo libero e i relativi giornalisti facciano lo stesso in nome della libertà d’informazione. O anche questo è politicamente scorretto?

Le foto sono una scelta di Islamic World Analyzes

di Oriana Gonzalez

Libera traduzione da: Axios, May 15, 2021

L’Associated Press e Al Jazeera hanno oggi condannato l’attacco aereo israeliano che ha distrutto un alto edificio di Gaza che ospitava i loro uffici e quelli di altri media.

Cosa dicono: Nel frattempo, la Casa Bianca, secondo l’addetto stampa Jen Psaki, ha affermato di aver “comunicato direttamente agli Israeliani che garantire la sicurezza e la protezione dei giornalisti e dei media indipendenti è una responsabilità fondamentale”.

L’Associated Press: “Siamo scioccati e inorriditi dal fatto che l’esercito israeliano abbia preso di mira e distrutto l’edificio che ospita l’ufficio dell’AP e altre organizzazioni giornalistiche a Gaza. Conoscevano da tempo l’ubicazione del nostro ufficio e sapevano che i giornalisti erano lì”, ha detto il Presidente e Amministratore Delegato dell’AP Gary Pruitt.

  • “Il mondo saprà meno su ciò che sta accadendo a Gaza a causa di quello che è successo oggi”, ha aggiunto.
  • “L’ufficio stampa dell’Associated Press era l’unico posto a Gaza City in cui mi sentivo un po’ al sicuro”, ha detto Fares Akram, corrispondente di AP a Gaza dal 2014.

Al Jazeera: Al Jazeera condanna con la massima fermezza il bombardamento e la distruzione dei suoi uffici da parte delle forze armate israeliane a Gaza e lo considera un atto chiaro per impedire ai giornalisti di svolgere il loro sacro dovere di informare il mondo e riferire gli eventi sul campo, “ha detto l’organo di stampa in una nota.

  • “La distruzione degli uffici di Al Jazeera e di altre organizzazioni mediatiche nella torre di al-Jalāʾ a Gaza è una palese violazione dei diritti umani ed è internazionalmente considerata un crimine di guerra”, ha detto Mostefa Souag, Direttore Generale ad interim di Al Jazeera Media Network.
  • Il giornalista di Al Jazeera Safwat al-Kahlout ha dichiarato: “Lavoro qui da 11 anni. Ho seguito molti eventi da questo edificio, abbiamo vissuto esperienze professionali personali. Ora, in due secondi, tutto è semplicemente svanito”.

Comitato per la Protezione dei Giornalisti [CPJ, con sede a New York, N.d.T.]: “Quest’ultimo attacco a un edificio noto da tempo a Israele per ospitare i media internazionali solleva lo spettro che le Forze di Difesa Israeliane stiano deliberatamente prendendo di mira le strutture dei media per interrompere la copertura della sofferenza umana a Gaza”, ha detto Joel Simon, Direttore Esecutivo del Comitato.

  • “I giornalisti hanno l’obbligo e il dovere di coprire gli eventi in corso a Gaza e sarebbe illegale per le Forze di Difesa Israeliane usare mezzi militari per impedirlo”.

Il quadro generale: L’attacco aereo è avvenuto quasi un’ora dopo l’avvertimento dell’esercito israeliano che l’edificio sarebbe stato attaccato.

  • Israele ha detto che si trattava di una rappresaglia per l’attacco missilistico su Tel Aviv di sabato mattina, che ha ucciso almeno un civile israeliano, secondo Barak Ravid di Axios.
  • Gli ultimi combattimenti tra Israele e Ḥamās sono iniziati lunedì a seguito delle violenze a Gerusalemme nel corso degli sgomberi programmati di sei famiglie palestinesi per far posto ai coloni israeliani.
  • Da lunedì, secondo funzionari sanitari palestinesi, sono stati uccisi almeno 140 Palestinesi a Gaza e quasi una dozzina nella Cisgiordania occupata. In Israele sono state uccise nove persone.

Da segnalare: Giovedi il CPJ aveva condannato gli attacchi contro altri edifici di Gaza che ospitavano anche uffici di media internazionali e locali.

***

Di seguito Islamic World Analyzes pubblica una nota dell’Ambasciata di Palestina in Italia.

Dalla parte della vittima, non del carnefice
DICHIARAZIONE DELL’AMBASCIATRICE DELLA PALESTINA IN ITALIA

Intristisce vedere diversi leader politici italiani mostrare la propria solidarietà a Israele senza spendere una parola sulle sue responsabilità per quello che sta accadendo in questi giorni in quell’area.

Chiunque abbia letto i giornali nelle ultime settimane sa che la miccia è stata accesa dalla repressione israeliana durante le celebrazioni del Ramadan, dalla pulizia etnica che Tel Aviv porta avanti a Gerusalemme Est Occupata, e dal boicottaggio delle elezioni palestinesi, derivante dalla proibizione di far votare i cittadini di questa città, la legittima capitale dello Stato di Palestina, dove la violenza e le provocazioni delle forze di occupazione e dei coloni hanno raggiunto livelli mai visti, fino a profanare i luoghi sacri.

Per non parlare del silenzio davanti alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale accertate ripetutamente dall’ONU, e dell’inerte indifferenza di fronte all’occupazione e alle sue conseguenze: l’espandersi delle colonie illegali, la demolizione delle case palestinesi, le detenzioni arbitrarie, le uccisioni ingiustificate, le condizioni di vita miserabili alle quali sono condannati i palestinesi, l’Apartheid, l’impossibilità di avere un proprio Stato.

Insomma, ci saremmo aspettati di vedere questi leader in piazza per chiedere la fine dell’occupazione, non per sostenere un’occupazione illegale.

Manca poi qualsiasi apprezzamento per lo sforzo della leadership palestinese di resistere a tutto questo in modo pacifico.

I palestinesi uccisi dagli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza sono ad oggi 83. 17 erano bambini e 7 donne. I feriti 487.

Si tratta di un’aggressione militare che traumatizza ulteriormente una popolazione già bersagliata, fatta di 2 milioni di persone che vivono da 14 anni sotto assedio, separati dal resto del mondo e vulnerabili alla macchina da guerra della potenza occupante, senza la protezione internazionale di cui hanno disperato bisogno e che il diritto internazionale umanitario conferisce loro.

Appare evidente come non possa esserci alcuna giustificazione per simili attacchi indiscriminati contro una popolazione civile; eppure, nemmeno questo, per molti, merita un commento.

Resta il fatto che non ci sarà mai pace senza giustizia, e senza un deciso appoggio internazionale al popolo palestinese e alle sue legittime rivendicazioni.

Se il sostegno internazionale non arriva, è comprensibile che un popolo oppresso provi ad esercitare il proprio diritto all’autodifesa.

Ma la speranza è che questo aiuto arrivi. Per questo ringraziamo di cuore tutte le associazioni, i movimenti e le forze politiche italiane che, in controtendenza, hanno scelto di stare dalla parte giusta, mostrando a noi palestinesi, alle vittime anziché ai carnefici, una vicinanza davvero preziosa in un momento così drammatico.

Abeer Odeh

Ambasciatrice della Palestina in Italia

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