Pakistan – Come il Primo Ministro Nawaz Sharif è sopravvissuto alla crisi

Un presunto colpo di stato stile Egitto sembra essere stato scongiurato dai media indipendenti e dall’unità del Parlamento

di Kaamil Ahmed

Libera traduzione da: Anadolu Agency, 04 September 2014, 17:20

Il Primo Ministro Nawaz Sharif (a destra) incontra il Gen. Raheel Sharif, Capo delle Forze Armate (foto tratta da Dawn.com del 9 maggio 2014)

Avrebbe potuto l’esercito pakistano portare a termine un colpo di stato per emulare quello di ʿAbd al-Fattāḥ as-Sīsī in Egitto nel 2013? Tre settimane di proteste anti-governative e un esercito sempre più esplicito avevano sollevato queste paure. Sembra ormai improbabile, in presenza di media vivaci, del Parlamento unito e di una partecipazione di manifestanti inaspettatamente bassa, che significa che l’opposizione al Primo Ministro Nawaz Sharif si sta esaurendo.

Da settimane prima che l’ex stella del cricket Imran Khan e il controverso predicatore Ṭāhir ul-Qādrī lanciassero la loro lunga marcia dalla città nord-orientale di Lahore a Islamabad, si era ipotizzato che l’esercito fosse segretamente coinvolto. Potrebbe non avere spinto per la caduta di Sharif in sé, ma è stato accusato di dare approvazione a Khan per la marcia. Un’altra diceria era che l’esercito avesse forgiato l’insolita alleanza Khan-Qādrī; Khan voleva semplicemente nuove elezioni e un’indagine sui brogli elettorali, Qādrī sperava in una vasta “rivoluzione”.

Il ruolo dell’esercito è stato oggetto di un sempre maggiore controllo nei giorni scorsi. In primo luogo, il 28 agosto è stato annunciato che l’esercito avrebbe assunto il ruolo di mediazione del conflitto. Poi, dopo gli scontri cominciati sabato tra manifestanti e polizia, l’esercito è rimasto a guardare.

Pur avendo sperato che Khan e Qādrī avrebbero contribuito a costringere Sharif a cedere il potere, sembra che non stiano forzando la questione. Potrebbe essere perché le forze riunite di protesta non sono riuscite a raggiungere i numeri previsti. Khan e Qādrī avrebbero dichiarato un seguito complessivo di 2 milioni di aderenti, ma osservatori indipendenti sono stati più prudenti, contandoli tra 20 e 30 mila. I numeri si sono ridotti dopo la violenza del fine settimana.

I media hanno anche giocato un ruolo. A parte pochi di loro, i media indipendenti sono stati apertamente critici verso le proteste di Khan e Qādrī. Hanno più indirettamente criticato l’esercito, mostrando filmati di soldati all’esterno di edifici statali – che sono costituzionalmente tenuti a tutelare – stando a guardare mentre erano attaccati dai manifestanti. Lunedì, dopo che i manifestanti avevano occupato gli uffici di una TV di stato, sui social media sono circolate immagini di soldati che offrivano acqua ai manifestanti. È stato solo dopo che l’esercito ha pubblicamente negato qualsiasi ruolo nelle manifestazioni.

Il movimento di protesta è stato anche sconfitto dal resto dell’opposizione. Anche il Presidente del partito Pakistan Tehrik-e-Insaf di Khan ha respinto le sue richieste dopo la violenza di sabato, affermando che Khan era stato sostenuto dall’esercito. Questa dichiarazione potrebbe risultare il momento in cui l’esercito è stato finalmente costretto al passo indietro.

A parte i seguaci di Khan, il Parlamento ha infallibilmente sostenuto Sharif e il processo elettorale durante tutta la crisi. Il potere giudiziario ha inoltre impedito alle istituzioni statali di utilizzare i disordini politici come pretesto per agire al di fuori della Costituzione e rimuovere Sharif.

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