Elaborazione da fonte: Al-Jazeera, 15 May 2013 00:38
Nel tentativo di frenare gli attacchi sempre più violenti del gruppo armato Boko Haram, il Presidente della Nigeria Goodluck Jonathan ha imposto lo “stato di emergenza” in tre Stati, osservando che le ultime violenze del gruppo rappresentano una dichiarazione di guerra e che il livello di violenza ha richiesto “misure straordinarie”. La decisione arriva dopo una serie di attacchi portati questo mese dal gruppo armato contro le forze di sicurezza e gli obiettivi di governo nel nord-est del Paese, la sua roccaforte.
In una dichiarazione televisiva di martedì scorso, il Presidente si è così espresso: “Dichiaro lo stato di emergenza negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa”. Poi ha detto che truppe aggiuntive saranno “immediatamente” dislocate nelle aree. Anche nel gennaio 2012 Jonathan aveva fatto una mossa simile, a seguito di una serie di attacchi di Boko Haram, ma in quel caso il decreto era stato applicato solo a specifiche aree di governo locale in quattro Stati. Adesso, per imporre la misura ad uno Stato intero il Presidente deve prima ottenere l’approvazione dei legislatori nigeriani.
Le conseguenze che la misura porta con sé non sono chiare. Quando l’ex presidente Olusegun Obasanjo invocò la misura per due volte (nel 2004 e nel 2006), rimosse i Governatori eletti democraticamente e insediò amministratori incaricati di gestire gli Stati, entrambi ex ufficiali militari. Jonathan ha promesso che non impiegherà tale provvedimento: “I governatori e gli altri titolari di cariche politiche degli Stati interessati continueranno ad adempiere alle loro responsabilità costituzionali”.
Il gruppo armato Jamā’a Ahl as-sunnah li-da’wa wa al-jihād (Congregazione e Popolo della Tradizione per il Proselitismo e il Jihād), noto come Boko Haram, combatte il governo, finalizzando la propria azione alla creazione di uno Stato islamico nel nord del Paese a maggioranza musulmana. Ma una serie di recenti attacchi sfrontati ha sollevato la preoccupazione che i combattenti abbiano alzato il tiro.
