Il mese scorso la 73enne leader de facto del Myanmar era stata privata della cittadinanza onoraria canadese per il suo mancato intento di parlare in difesa dei Rohingya
Libera traduzione da: The News Minute, November 13, 2018, 12:27
Lunedì Amnesty International ha privato Aung San Suu Kyi [nella foto sopra, N.d.T.] della sua più alta onorificienza per “l’indifferenza” del leader de facto del Myanmar [detenendo la carica di Primo Consigliere di Stato con i poteri di un Primo Ministro, oltreché Ministro degli Affari Esteri, N.d.T.] verso le atrocità commesse dall’esercito del Paese contro i Musulmani Rohingya.
L’organizzazione per i diritti umani con sede a Londra ha detto che sta per revocare il Premio Ambasciatore della Coscienza che aveva conferito a Suu Kyi nel 2009 mentre era ancora agli arresti domiciliari.
“Oggi siamo profondamente costernati dal fatto che non rappresenti più un simbolo di speranza, coraggio e imperitura difesa dei diritti umani”, ha detto Kumi Naidoo, Capo di Amnesty International [Segretario Generale di origine sud-africana, N.d.T.] in una lettera a Suu Kyi diffusa dal gruppo di portata mondiale.
“Amnesty International non può giustificare il tuo perdurante status di destinataria del premio Ambasciatore della Coscienza e quindi con grande tristezza te lo ritiriamo”.
Il gruppo ha detto che domenica aveva informato Suu Kyi della decisione. Lei finora non ha rilasciato una risposta pubblica.
Suu Kyi e il suo partito Lega Nazionale per la Democrazia (LND) [di cui è Presidente dal 2011, N.d.T.] sono saliti al potere nel 2015 con una vittoria schiacciante che ha messo fine a decenni di dominio militare nel Paese del sud-est asiatico.
Silenzio sui Rohingya
Il suo mandato è stato segnato dal mancato intento di parlare in difesa dei Musulmani Rohingya che sono stati cacciati dal Paese da parte dell’esercito in quella che le Nazioni Unite hanno definito una campagna di pulizia etnica.
Assieme al premio di Amnesty International, Suu Kyi ha anche perso numerosi premi minori da singole università e governi locali e regionali.
Il mese scorso la 73enne [leader, N.d.T.] era stata privata della cittadinanza onoraria canadese per il suo mancato intento di parlare in difesa dei Rohingya.
Suu Kyi era stata acclamata a livello mondiale come combattente per la libertà, che aveva resistito alla temuta dittatura militare del suo Paese trascorrendo 15 anni agli arresti domiciliari. Ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1991.
Più di 720.000 Musulmani Rohingya sono fuggiti dallo Stato occidentale di Rakhine a maggioranza buddhista, in una repressione militare che ha avuto inizio nell’agosto dello scorso anno.
Si ritiene che molti siano stati assassinati o torturati e stuprati.