Elaborazione da fonte: BBC, 15 June 2015; La Lunga Marcia dell’Islam Politico, 2013
In una dichiarazione il governo libico di Tobruk ha affermato che Mokhtar Belmokhtar (nella foto) è stato ucciso nella città orientale libica di Agedabia. Ha anche detto che l’attacco è giunto dopo consultazioni con gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti affermano che Belmokhtar è stato attaccato e che l’attacco ha avuto successo, ma che stanno valutando i risultati dell’operazione e, “se del caso”, ne daranno dettagli.
La morte di Mokhtar Belmokhtar, che non sarebbe stato attaccato da un drone, ma da due aerei F-15, è stata riportata molte volte in passato. Morto, o forse ancora vivo, in entrambi i casi il fatto che gli USA stessero ancora dando la caccia a Mokhtar Belmokhtar dimostra la portata e la tenacia dell’azione antiterrorismo. Anche se ora l’attenzione è per lo più rivolta a combattere lo Stato Islamico, la lotta contro le filiali di al-Qāʿida continua sia in Libia sia, in misura crescente, anche nell’Africa sub-sahariana.
Messaoud Abdelkader Mokhtar Belmokhtar, nato il 1° giugno 1972 e noto anche come Khāled Abū al-‘Abbās o Lâaouar, combatte contro le forze sovietiche in Afghanistan alla fine degli anni ’80. Nel 1993 fonda Shahāda Katibat (il Battaglione della Testimonianza) nella città natale di Ghardaïa, nell’Algeria Centrale, per poi aderire al Groupe Islamique Armé (GIA) come Emir della zona algerina meridionale.
Dopo la nascita nel 1998 del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento da una costola del GIA, il riconoscimento nel 2004 come 3° Emir del Gruppo di Abdelmalek Droukdel provoca il distacco in gruppo autonomo di Mokhtar Belmokhtar, Comandante della zona Sahara-Sahel, che non risponde più agli ordini dell’Emir. Con l’adesione nel 2007 del Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento ad al-Qāʿida nel Paese del Maghreb Islamico (AQIM), Belmokhtar diventa figura di spicco dell’Organizzazione, ma la lascia per formare una propria milizia.
Nel 2012 fonda il Battaglione kātibā el-moulatamin (Battaglione degli uomini mascherati o Signed-in-Blood), basato a Gao, in Mali, per il consolidamento della Sharī’a nel nord del Paese e che si oppone alle Confraternite sufi presenti tradizionalmente sul territorio. Dal 2013 è leader della milizia islamica al-Murābiṭūn (le Sentinelle).
Gli Stati Uniti hanno lanciato accuse di terrorismo contro di lui e funzionari hanno dichiarato di ritenere che sia una minaccia per gli interessi occidentali. Belmokhtar avrebbe ideato l’attacco nel 2013 all’impianto per il trattamento del gas metano di ‘In ’Amanās, in Algeria, quando circa 800 persone furono prese in ostaggio e 40 uccisi, la maggior parte dei quali stranieri, tra cui sei Britannici e tre Americani. Il portavoce del Pentagono Colonnello Steve Warren ha detto che “Belmokhtar ha una lunga storia di attività terroristiche in quanto membro di AQIM, è il leader operativo in Africa nord-occidentale dell’organizzazione al-Murābiṭūn, associata ad al-Qāʿida, e conserva lealtà personale ad al-Qāʿida“.
La Libia sembra destinata a essere un’area di rinnovata preoccupazione per gli Americani, perché l’instabilità indotta dalla rimozione di Mu‘ammar Gheddafi nel 2011 fornisce una ricca vena di spazio non governato, in cui vari militanti islamici, tra cui lo Stato Islamico, stanno stabilendo una significativa presenza.
Il Parlamento in esilio nel porto orientale di Tobruk è internazionalmente riconosciuto. Il rivale Congresso Generale Nazionale, insediato a Tripoli e considerato dominato dagli Islamisti, è praticamente a 1.000 km a ovest. Milizie rivali si stanno combattendo per colmare il vuoto di potere, con i militanti dello Stato Islamico che combattono altri islamisti a est.
