Ripete il “modello siriano”, rafforzando la leadership dei due contendenti nel Medio Oriente e nell’area del Mediterraneo
In una dichiarazione congiunta rilasciata da İstanbul oggi, poco dopo la cerimonia di inaugurazione del gasdotto TurkStream, i Presidenti della Repubblica di Turchia e della Federazione Russa hanno dichiarato:
“Noi, Presidenti di Turchia e Russia, abbiamo sviluppato relazioni bilaterali costruttive in un ampio spettro di settori sulla base del rispetto reciproco. L’inaugurazione odierna qui a İstanbul del gasdotto TurkStream che stiamo realizzando è un esempio concreto di queste reciproche relazioni vantaggiose. Siamo lieti che la nostra cooperazione non serva solo a rafforzare gli interessi dei nostri due popoli, ma contribuisca anche ad affrontare i problemi regionali … Abbiamo seguito con grande preoccupazione i recenti sviluppi, in particolare gli intensi combattimenti intorno a Tripoli, nella Libia che soffre da molto tempo. Il peggioramento della situazione in Libia sta minando la sicurezza e la stabilità del più ampio vicinato della Libia, dell’intera regione mediterranea, nonché del continente africano, innescando migrazione irregolare, ulteriore diffusione di armi, terrorismo e altre attività criminali tra cui traffici illeciti … Riaffermiamo il nostro forte impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale e l’unità nazionale della Libia. La pace e la stabilità durature nel Paese possono essere raggiunte solo attraverso un processo politico libico guidato dalla Libia e basato sul dialogo sincero e inclusivo tra i Libici”.
Il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu [foto sotto], parlando a fianco del suo omologo russo Sergej Lavrov, ha aggiunto: “Il nostro Presidente Recep Tayyip Erdoğan e il Capo di Stato russo Vladimir Putin hanno chiesto oggi un cessate il fuoco a cominciare dal 12 gennaio a mezzanotte”. In precedenza Erdoğan, che ha inviato truppe di addestramento e coordinamento per difendere il legittimo Governo di Accordo Nazionale di Fāyiz Muṣṭafā as-Sarraj, aveva criticato la presenza di milizie irregolari russe (negate da Mosca) gomito a gomito con il Generale Khalifa Belqāsim Ḥaftar.
La Turchia è stata esclusa dal Forum del Gas del Mediterraneo orientale, istituito all’inizio dell’anno scorso da Egitto, Cipro, Israele, Grecia, Giordania, Palestina e Italia. La Turchia ha risposto firmando due accordi di difesa con il GNA: uno sulla sicurezza e la cooperazione militare, compresa la condivisione di intelligence e armi navali; l’altro sulle frontiere marittime nel Mediterraneo orientale.
L’Unione Europea e i suoi Paesi membri, sempre più divisi da controversie sui rispettivi interessi nazionali, stanno ora cedendo il passo alle decisive e concrete iniziative diplomatiche delle due potenze egemoniche nell’area. Si può essere solo soddisfatti se le soluzioni alle crisi regionali e alla stabilizzazione dell’area giungono attraverso i negoziati di due volenterosi attori, uno dei quali (fortunatamente o sfortunatamente) non è membro dell’Unione Europea, ma è tuttora membro della NATO.
L’Europa dovrebbe riflettere!