“La Libia è una e unita”. Il Primo Ministro dice che “sarà il governo di tutti i Libici”
Libera traduzione da Al Jazeera, 15 Mar 2021
Il nuovo governo ad interim della Libia ha prestato giuramento per guidare fino alle elezioni di fine anno la nazione nord-africana dilaniata dalla guerra.
Il Primo Ministro ʿAbdul Hamid Dbeibah [foto sopra, N.d.T.], scelto a febbraio assieme a un Consiglio Presidenziale ad interim composto da tre membri durante i colloqui sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha prestato giuramento nella città orientale di Tobruk davanti alla Camera dei Rappresentanti.
La nazione nord-africana è precipitata nel caos dopo che il leader Mu‘ammar Gheddafi [foto sotto, N.d.T.] è stato rovesciato e ucciso nel 2011 durante una rivolta sostenuta dalla NATO, che ha portato le amministrazioni rivali a contendersi il potere.
Un processo controllato dalle Nazioni Unite mira a unire il Paese sulla base del cessate il fuoco di ottobre tra le concorrenti amministrazioni dell’est e dell’ovest.
Tobruk, a più di 1.000 chilometri (630 miglia) dalla capitale Tripoli a ovest, dal 2014 è la sede del Parlamento eletto della Libia.
L’insediamento di Dbeibah giunge dopo che la scorsa settimana il Parlamento ha approvato il suo governo, con un gesto salutato come “storico” dai leader-chiave e dalle potenze straniere.
Il suo governo comprende due Vice Primi Ministri, 26 Ministri e sei Ministri di Stato, con cinque incarichi, tra cui i principali portafogli degli Affari Esteri e della Giustizia, affidati a donne, una novità in Libia.
“Questo sarà il governo di tutti i Libici”, ha detto Dbeibah dopo il voto. “La Libia è una e unita”.
Parlando da Tripoli, Malik Traina di Al Jazeera ha descritto la cerimonia di giuramento come un “passo avanti”.
“Alla cerimonia a Tobruk è arrivato l’intero gabinetto del nuovo governo ad interim della Libia”.
“Questo è un passo avanti soprattutto per la missione di sostegno delle Nazioni Unite, che ha cercato per diversi anni di riunire le parti in guerra”, ha detto Traina.
“I Libici vogliono anche vedere queste istituzioni statali servire meglio i cittadini”.
Potenze straniere
L’Amministrazione di Dbeibah dovrebbe sostituire il Governo di Accordo Nazionale (GNA) riconosciuto dalle Nazioni Unite, con sede a Tripoli, e il corrispondente gabinetto, con sede a est sotto il controllo di fatto delle forze fedeli al comandante militare rinnegato Khalīfa Ḥaftar.
La Turchia ha sostenuto il GNA, mentre l’Amministrazione di Ḥaftar ha attinto al sostegno di Emirati Arabi Uniti (EAU), Egitto, Francia e Russia.
Fāyiz as-Sarraj [foto sotto, N.d.T.], capo uscente del GNA, si è detto “completamente pronto a consegnare” il potere, mentre Ḥaftar il mese scorso ha offerto “il sostegno delle forze armate al processo di pace”.
Ma il nuovo esecutivo deve affrontare sfide scoraggianti per unificare le istituzioni del Paese, porre fine a 10 anni di combattimenti segnati da interferenze internazionali e prepararsi alle elezioni del 24 dicembre.
Dbeibah, 61 anni, un ricco uomo d’affari della città portuale occidentale di Misurata, un tempo ricopriva incarichi sotto Gheddafi, ma non ha mostrato una chiara posizione ideologica.
Durante il governo di Gheddafi, Misurata ha subito un boom industriale ed economico, di cui hanno beneficiato la famiglia Dbeibah e molti altri.
Dbeibah è anche noto per il suo sostegno ai Fratelli Musulmani ed è vicino alla Turchia.
Ha conseguito un master in ingegneria presso l’Università di Toronto e la sua esperienza lo ha introdotto nella cerchia ristretta di Gheddafi e lo ha portato a dirigere una società che gestisce enormi progetti di costruzione.
Milizie e mercenari
Dbeibah era considerato un outsider rispetto ad altri candidati in lizza per il ruolo e il processo elettorale è stato segnato da accuse di compravendita dei voti.
Ma Dbeibah è entrato nel ruolo anche prima del suo insediamento, impegnandosi a combattere la crisi del coronavirus nel Paese e adottando misure anti-corruzione con il congelamento dei fondi di investimento statali.
Ma dopo 42 anni di governo di Gheddafi e 10 anni di violenza, l’elenco delle sfide è lungo.
La popolazione di sette milioni di abitanti, posta sopra le più grandi riserve accertate di petrolio greggio d’Africa, è immersa in una grave crisi economica, con disoccupazione in aumento, inflazione paralizzante e corruzione endemica.
Un altro compito fondamentale sarà garantire la partenza di circa 20.000 mercenari e combattenti stranieri ancora nel Paese, la cui presenza Dbeibah ha definito “una pugnalata alle nostre spalle”.
Venerdì il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha invitato tutte le forze straniere a partire “senza ulteriori indugi”.
Commentando le sfide future del governo ad interim, Traina ha detto che la strada per nuove elezioni è stata “lunga e difficile”.
“Si teme che le elezioni non avvengano così presto. Uno dei motivi principali è che, secondo la missione di sostegno, ci sono più di 20.000 combattenti stranieri in Libia. Questo governo avrà il compito di convincere quei combattenti stranieri ad andarsene, coordinandosi con i vari Paesi coinvolti [in Libia]”, ha detto Traina.
Le divisioni tra gruppi armati e un numero crescente di casi di COVID-19 hanno posto maggiori sfide al governo ad interim, ha aggiunto.