Ḥizb Allāh respinge l’infiltrazione israeliana
Elaborazione da fonti: Nurbanu Tanrıkulu Kızıl, in Daily Sabah, October 8th, 2024; BBC, October 8th, 2024
Martedì il partito libanese Ḥizb Allāh ha respinto le truppe israeliane che stavano tentando di infiltrarsi in Libano nei pressi della postazione della Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (UNIFIL). I combattenti del Partito di Dio hanno sparato contro “una forza nemica israeliana che si è infiltrata da dietro la posizione delle forze internazionali a Labbouneh”, un villaggio di confine, ha affermato il gruppo, aggiungendo di avere “costretto la forza nemica infiltrata a ritirarsi dietro la striscia di confine”.
L’emittente statale irlandese Raidió Teilifís Éireann (RTÉ) riferisce che Andrea Tenenti, portavoce dell’UNIFIL, ha affermato che le forze israeliane si trovano attualmente a poche centinaia di metri dal campo UN-652 e che le truppe nell’avamposto hanno rifornimenti per un paio di settimane e un convoglio si sta dirigendo nella zona per allentare la situazione. Kevin Byrne, già tenente colonnello dell’Air Corps, ha detto che la fornitura di elettricità potrebbe diventare problematica poiché i generatori dovranno essere riforniti di carburante e le truppe potrebbero aver bisogno di cibo a breve. Tuttavia, ha sottolineato che le truppe dell’UNIFIL dispongono di attrezzature e alloggi di alto livello.
Secondo l’UNIFIL, la vicinanza delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) a un avamposto dove sono di stanza diverse truppe irlandesi è “preoccupante”. Molta preoccupazione anche nel quartier generale dell’ONU. Andrea Tenenti, che si trova a Beirut, ha anche detto a RTÉ che a New York si stanno facendo sforzi per trattare con la Missione permanente israeliana presso le Nazioni Unite al fine di convincere i soldati dell’IDF ad allontanarsi dall’area, poiché la loro presenza compromette la sicurezza delle truppe UNIFIL. Ha aggiunto che c’è preoccupazione anche per le truppe di altri Paesi, poiché ci sono altre 29 posizioni che hanno base vicino alla “Linea Blu”. Tracciata dalle Nazioni Unite, la Linea Blu è la linea di demarcazione di 120 km da cui Israele si è ritirata quando ha lasciato il Libano meridionale nel 2000. Se l’IDF si rifiuterà di lasciare l’area, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU deciderà come procedere, ha chiosato Tenenti.
Da parte sua, il Presidente irlandese Michael Daniel Higgins ha affermato che è “oltraggioso” che l’IDF abbia “minacciato” le forze di pace dell’UNIFIL e abbia tentato di farle evacuare dai villaggi che stanno difendendo in Libano.
Intanto, l’Esercito israeliano, che sta conducendo attacchi aerei e ha avviato un’invasione di terra, ha dichiarato di aver ucciso Suhail Ḥuseyn Ḥuseyni, ritenuto responsabile della supervisione logistica, del bilancio e della gestione di Ḥizb Allāh. Non c’è stato alcun commento immediato da parte di Ḥizb Allāh. Mentre la guerra transfrontaliera tra Israele e Ḥizb Allāh continua dalla guerra di Gaza dello scorso ottobre, le forze israeliane hanno ucciso con attacchi mirati una serie di alti comandanti di Ḥizb Allāh e lo stesso leader del gruppo Sayyed Ḥasan Naṣrallāh.
Shaykh Naim Kassem, il religioso Vice Segretario Generale e probabile leader ad interim di Ḥizb Allāh, in una dichiarazione televisiva di sfida ha affermato che le capacità militari del suo gruppo sono ancora intatte. Ha detto che, dopo settimane di pesanti attacchi aerei israeliani su gran parte del Libano, Ḥizb Allāh ha già sostituito tutti i suoi principali comandanti.
Jeanine Hennis-Plasschaert, la diplomatica olandese attualmente Coordinatrice Speciale delle Nazioni Unite per il Libano (UNSCL), e il Generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz, Capo Missione e Comandante dell’UNIFIL, in una dichiarazione congiunta di martedì, hanno affermato che un anno di scontri a fuoco quasi quotidiani attraverso la Linea Blu ha portato a “troppe vite perse, sradicate e devastate”. Gli intensi bombardamenti hanno ucciso più di 1.200 civili e ne hanno provocato centinaia di migliaia sfollate. “Oggi, un anno dopo, gli scontri a fuoco quasi quotidiani si sono trasformati in una implacabile campagna militare il cui impatto umanitario è a dir poco catastrofico”, si legge nella nota. “Con i costanti bombardamenti israeliani, ormai parte integrante della vita quotidiana in Libano, e gli Ḥizb Allāh che lanciano raffiche di razzi e missili contro Israele, troppe persone stanno pagando un prezzo inimmaginabile: molti morti, molti altri feriti e centinaia di migliaia di sfollati”.
“Ulteriore violenza e distruzione non risolveranno i problemi di fondo né renderanno nessuno più sicuro sul lungo termine. Al contrario”, hanno affermato Hennis-Plasschaert e Lázaro Sáenz, poi esortando: “Una soluzione negoziata è l’unica via per ripristinare la sicurezza e la stabilità che i civili di entrambe le parti desiderano e meritano così disperatamente … Di conseguenza, il momento di agire è adesso”.