Italia – Morto a 94 anni Hilarion Capucci, Arcivescovo imprigionato per l’aiuto fornito ai militanti palestinesi

di Sewell Chan*

Islamic World Analyzes, avendolo conosciuto e apprezzato in vita, rende omaggio al coraggioso religioso Hilarion Capucci, già Vescovo ausiliare presso l’Arcieparchia di Gerusalemme della Chiesa Cattolica Greco-Melchita e infaticabile difensore dei diritti dei Palestinesi. IWA, mentre porge le condoglianze ai suoi familiari e al Vaticano, vuole ricordarlo pubblicando questo articolo tratto dalla stampa internazionale.

Libera traduzione da: The New York Times

L’Arcivescovo Hilarion Capucci, che, come Capo della Chiesa Cattolica Greca di Gerusalemme, fu arrestato nel 1974 e accusato di utilizzare la sua berlina Mercedes per fornire armi illegalmente ai militanti palestinesi, è morto domenica scorsa a Roma. Aveva 94 anni.

Il decesso è stato confermato dal Vaticano, che non ne ha fornito la causa o dettagli.

Maḥmud ‘Abbās [con lui nella foto sotto, N.d.T.], Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, ha elogiato l’Arcivescovo Capucci per “aver difeso i diritti del popolo palestinese”.

Nel 1965 l’Arcivescovo Capucci divenne il prelato della piccola comunità cattolica greco-melchita di Gerusalemme, che comprende circa 4.500 Cristiani di Gerusalemme, Cisgiordania e del centro di Israele, la maggior parte arabi. La Chiesa riconosce il primato del Papa in materia di fede, ma segue il rito bizantino in materia di liturgia e della disciplina del clero.

In quanto leader religioso, l’Arcivescovo poteva attraversare il confine israelo-libanese senza essere soggetto a ispezione. L’ 8 agosto 1974 l’Arcivescovo Capucci era stato fermato a Gerusalemme mentre cercava di raggiungere Nazareth. Dentro la sua auto, dichiararono le autorità, c’era una provvista di armi: quattro fucili Kalashnikov, due pistole, 220 libbre di dinamite e diversi detonatori.

Fu rilasciato su cauzione, ma arrestato 10 giorni dopo. Fu accusato di agire come collegamento sotto copertura tra Fataḥ, la fazione dominante all’interno dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, e le cellule di guerriglia in Cisgiordania.

Le autorità dissero anche che aveva contrabbandato oro, whisky e televisori attraverso il confine.

Inoltre, gli investigatori dissero che l’Arcivescovo era coinvolto in un piano per lanciare tre razzi Katjuša su Gerusalemme durante la visita del Segretario di Stato americano Henry A. Kissinger a maggio 1974 (i razzi furono scoperti prima di essere lanciati).

Era il prelato cristiano di più alto rango ad essere accusato da Israele per questi reati e l’arresto fece notizia. Yasser Arafat, il Presidente dell’OLP, definì l’arresto “un terribile crimine”. Il Vaticano lo registrò “con grande tristezza”. Maximos V Ḥākim, Patriarca Greco-Melchita di Antiochia e supervisore dell’Arcivescovo, presentò una petizione per il suo rilascio e volò a Roma per discutere la situazione con il Papa Paolo VI.

Le autorità israeliane, che tenevano sotto vigilanza l’Arcivescovo da diverso tempo, furono impassibili. Dissero che avrebbe dovuto essere processato e poi lo incriminarono con accuse come mantenere contatti con agenti stranieri e trasporto di armi illegali. L’accusa disse che aveva incontrato Khalīl al-Wazīr, un militante di alto rango conosciuto con il nome di battaglia di Abū Jihād, e un altro militante a Beirut, a casa di parenti dell’Arcivescovo.

Mentre il caso avanzava verso il processo, l’esercito israeliano affermò di avere sventato un complotto terroristico arabo per liberare l’Arcivescovo dal carcere. Un giudice respinse la rivendicazione di immunità diplomatica dell’Arcivescovo, sottolineando come Israele e Vaticano non avessero relazioni diplomatiche (complete relazioni non furono stabilite prima del 1993). L’Arcivescovo Capucci rifiutò di salire sul banco degli imputati, insistendo sul fatto che la Corte non era competente a processarlo.

Il 9 dicembre 1974 fu condannato a 12 anni di carcere. Rivolgendosi alla Corte, disse in Arabo che, se Gesù fosse stato vivo, avrebbero pianto insieme.

All’Arcivescovo Capucci fu data una cella singola e fu consentito di celebrare la Santa Messa e di indossare la veste talare. Gli furono consentite visite, tra cui quella del Patriarca Latino di Gerusalemme.

Il 28 giugno 1976 dei militanti dirottarono su Entebbe, in Uganda, un aereo dell’Air France in volo da Tel Aviv a Parigi e chiesero che Israele rilasciasse 40 detenuti, tutti Palestinesi o sostenitori della loro causa, tra cui l’Arcivescovo Capucci. Una settimana dopo, un commando israeliano mise in salvo gli ostaggi in una missione notturna all’aeroporto di Entebbe.

La prigionia dell’Arcivescovo Capucci si concluse nel 1977, dopo le elezioni che portarono al potere il partito di destra Likud. Il nuovo governo disse che sarebbe stato disposto a liberarlo se il Papa avesse avanzato una richiesta formale. Il Papa chiese il suo rilascio per motivi umanitari – avendo l’Arcivescovo fatto diversi scioperi della fame – e il 6 novembre la sua pena fu commutata. Posto su un volo commerciale verso Roma, fu accolto all’aeroporto da una delegazione dell’OLP.

Il rilascio prevedeva che l’Arcivescovo Capucci non fosse riassegnato in Medio Oriente e, dopo un’udienza con il Papa, fu inviato in America Latina. Irritò il Vaticano quando nel gennaio 1979 si recò a Damasco per partecipare a una riunione del Consiglio Nazionale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, di cui era membro. Lo stesso anno Papa Giovanni Paolo II trasferì l’Arcivescovo in Europa occidentale.

L’Arcivescovo Capucci mantenne il suo attivismo nella regione [medio-orientale, N.d.T.]. Visitò gli americani tenuti prigionieri nell’Ambasciata degli Stati Uniti in Iran nel 1979; accompagnò i corpi di otto membri dei servizi degli Stati Uniti uccisi durante la missione senza successo per liberare gli ostaggi; e si recò in Iraq nel 1990 per presentare una petizione al governo di Ṣaddām Ḥusayn per rilasciare un gruppo di Italiani dopo l’invasione del Kuwait.

Nel 2010 era a bordo di una nave di proprietà turca, parte di un tentativo di prestare soccorso alla Striscia di Gaza sotto assedio [israeliano, N.d.T.], quando fu intercettata dalle forze israeliane.

Hilarion Capucci era nato il 2 marzo 1922 ad Aleppo, in Siria, all’epoca sotto controllo francese [la Siria negli anni ’70 gli dedicò il francobollo nell’immagine a lato, N.d.T.]. Era stato ordinato sacerdote nel 1947 e nominato Vicario patriarcale di Gerusalemme e Vescovo titolare di Cesarea nel 1965.

In un’intervista del 2010 con Al Jazeera disse di aver preso parte al tentativo di aiuto a Gaza “per incontrare i parenti della Striscia torturati, perseguitati e danneggiati, per assicurarli che noi siamo con loro moralmente e spiritualmente”.  Disse che il suo obiettivo era “istituire uno Stato sovrano libero e indipendente, con Gerusalemme capitale”.

 

Sewell Chan è l’editorialista di notizie internazionali della sede di Londra del New York Times, con paticolare attenzione sulla copertura delle ultime notizie da Europa, Medio Oriente e Africa.

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