Elaborazione da fonte: Reuters, Mon Sep 8, 2014, 6:38pm EDT
Nella notte di lunedì il Parlamento iraqeno ha approvato un nuovo governo guidato da Ḥaidar al-ʿAbādī (nella foto in alto) come Primo Ministro.
Mentre cominciava il proprio compito in salita per unificare il Paese dopo la devastante perdita di questa estate di territori nel nord dell’Iraq a vantaggio dei combattenti dello Stato Islamico, ha dichiarato l’intento di salvare l’Iraq dal collasso, con il settarismo e le tensioni arabo-curde in aumento.
ʿAbādī, un Islamista sciita già Ministro delle Comunicazioni, ha incluso nel suo gabinetto membri della maggioranza sciita e delle minoranze curde e sunnite.
ʿĀdil ʿAbd al-Mahdī al-Muntafiki, del Supremo Consiglio Islamico Iraqeno, è stato nominato Ministro dell’Energia, mentre Ibrāhīm al-Eshaiker al-Jaʿfarī, Primo Ministro dal 2005 al 2006 e fondatore nel 2008 del Movimento di Riforma Islamica, è stato nominato Ministro degli Esteri. Il sunnita curdo Roj Nûrî Şawîs, del Partito Democratico del Kurdistan, è stato nominato Ministro delle Finanze. Non è stato nominato nessun Ministro degli Interni o della Difesa, ma ʿAbādī si è impegnato a farlo entro una settimana, portando il gabinetto a 37 componenti.
I Vice Primi Ministri sono: il curdo Hoşyar Mehmûd Mihemed Zêbarî, unico Ministro degli Esteri dell’Iraq del dopo-Saddam Hussein; il laico sunnita Saleh Muḥammed al-Mutlaq, leader del Fronte Nazionale Iraqeno del Dialogo e che ha avuto la stessa posizione nell’ultimo governo; e Baha Arraji, un Islamista sciita ed ex parlamentare. Il Parlamento ha approvato per le cariche cerimoniali di Vice Presidenti: l’ultimo Primo Ministro Nūrī al-Mālikī, come ʿAbādī appartenente al Partito Islamico sciita Daʿwa; lo sciita laico Iyād ʿAllāwī, ex Premier e leader della Lista Nazionale Iraqena; e ʾUsāma ‘Abdul-Aziz an-Nujayfi, leader della coalizione Uniti per la Riforma e ultimo Presidente del Parlamento. I tre sono stati considerati avversari politici.
ʿAbādī guarda avanti per unificare il Paese e sconfiggere lo Stato Islamico, la cui offensiva di questa estate nel nord dell’Iraq ha minacciato di lacerare la Nazione lungo linee confessionali. Ha promesso di “consentire a tutti in Iraq di partecipare alla liberazione delle città e province che sono state prese in consegna dai gruppi terroristici … e di riportare la sicurezza e la stabilità”. Il Primo Ministro ha avvertito: “Qualsiasi formazione armata al di fuori dell’autorità dello Stato è vietata”.
Tuttavia, ʿAbādī è stato attento alla sensibilità della sua confessione sciita di maggioranza, che ritiene stia lottando per la vita contro lo Stato Islamico. Ha salutato la rete di milizie sciite e semplici cittadini, chiamati volontari, che quest’estate si sono mobilitati per fermare i combattenti dello Stato Islamico nella marcia verso Baġdād. I gruppi hanno sollevato controversie, perché accusati da esponenti politici sunniti e capi tribali di aver ucciso cittadini sunniti comuni. Guardando al futuro, ʿAbādī ha proposto che i volontari siano incorporati in una “organizzazione di guardia nazionale”.
ʿAbādī ha promesso di ricostruire l’esercito iraqeno e di lavorare per migliorare il rapporto spinoso di Baġdād con il Kurdistan iraqeno. Ha anche detto che avrebbe spinto per un programma di decentramento.
Fino all’ultimo momento non era chiaro se il blocco curdo iraqeno avrebbe partecipato. Il suo gruppo dirigente si era ritirato nella regione curda per una decisione finale. Il punto critico principale era il bilancio del governo regionale del Kurdistan (KRG). Quest’anno Baġdād ha smesso di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici del KRG per protestare contro l’autonoma esportazione di petrolio curdo in Turchia. La delegazione curda lunedì è arrivata in ritardo alla sessione del Parlamento, ma ha deciso di dare al al nuovo governo tre mesi per sistemare le loro controversie con Baġdād.