Elaborazione da fonte: Al Jazeera, 15 Jul 2014, 14:17
I parlamentari iraqeni hanno rotto l’impasse ed hanno eletto un nuovo Presidente del Parlamento, compiendo il primo passo formale verso la formazione di un nuovo governo.
Il corpo legislativo ha votato martedì ed ha scelto il deputato sunnita Salim al-Juburi (nella foto) come suo nuovo Presidente con 194 voti nel Parlamento di 328 seggi. Non è chiaro se l’elezione di al-Juburi indichi che tra i blocchi politici sia stato raggiunto un accordo più ampio per le cariche di Capo dello Stato e Primo Ministro.
Il Parlamento ha 30 giorni dal momento in cui ha eletto il suo Presidente per scegliere un nuovo Capo dello Stato e altri 15 giorni di tempo per eleggere il Primo Ministro. In base ad un accordo informale stretto dopo l’invasione a guida USA del 2003, la carica di Presidente del Parlamento va a un Sunnita, la Presidenza dell’Iraq ad un Curdo e l’incarico di Primo Ministro a uno Sciita.
Il Parlamento è sotto pressione per agire rapidamente, assegnare tutti e tre gli incarichi e formare un nuovo governo in grado di affrontare i ribelli sunniti, guidati dal gruppo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, che hanno invaso gran parte del nord e dell’ovest dell’Iraq.
Imran Khan, in un rapporto da Baġdād per Al Jazeera, ha detto che l’elezione di Juburi è stato il passo più semplice nella formazione di qualsiasi nuovo governo. “Aspettatevi di vedere un serio attivismo politico a Baġdād” ha detto. “È probabile che ci saranno un sacco di dossi nel processo”.
L’uscente Nūrī al-Mālikī governa il Paese dal 2006, ma è sotto forte pressione per farsi da parte. Lui insiste per un terzo mandato. Tuttavia, l’incapacità da parte di Mālikī di impedire l’offensiva armata dei ribelli sunniti ha profondamente scosso la fiducia sul fatto che possa tenere insieme l’Iraq. I suoi avversari e anche molti dei suoi ex alleati lo accusano di cercare di monopolizzare il potere e alienare la comunità sunnita.
Mālikī ha finora rifiutato di ritirare la sua candidatura e insiste di aver ricevuto un mandato perché il suo blocco al-I’tilāf Dawlat al-Qānūn (Stato di Diritto) ha conquistato il maggior numero di seggi alle elezioni di aprile.