Elaborazione da fonte: Emil Guliyev per AFP, October 9, 2013, 5:32 PM
Il Presidente azero Ilham Aliyev (nella foto a sinistra) ha riportato mercoledì scorso una travolgente vittoria elettorale che gli garantisce un terzo mandato e un’ulteriore estensione del decennale potere familiare, a conclusione di un voto respinto come illegittimo dall’emarginata opposizione. La Commissione Elettorale Centrale ha dichiarato che Aliyev ha ottenuto un vantaggio inoppugnabile con quasi l’85% dei voti, in risultati parziali basati su circa il 75% di voti scrutinati. Jamil Hasanli (nella foto a destra), storico dell’Accademia Nazionale delle Scienze, è al secondo posto con poco più del 5,2%.
In un discorso televisivo alla Nazione giovedì mattina Aliyev ha detto: “Le elezioni presidenziali in Azerbajdzhan sono state un trionfo per la democrazia. Il fatto che il voto sia stato libero e trasparente è un altro passo importante verso la democrazia”.
Ma lo staff elettorale di Hasanli ha già affermato che ci sono state “massicce” violazioni elettorali in tutto il Paese e ha dichiarato di non accettare il risultato.
Aliyev, 51 anni, è giunto al potere in un contestato voto del 2003, dopo la morte del suo potente padre Heydar, un ex ufficiale del KGB e capo di epoca comunista che, per i precedenti 10 anni, aveva governato il Paese ex-sovietico di 9,5 milioni di abitanti. Ilham è stato rieletto nel 2008 con l’89% dei voti, in un’elezione ritenuta dagli osservatori occidentali non libera né equa, ma confermata da un referendum un anno dopo che gli ha permesso di correre anche questa volta.
Aliyev, che ha stretto una morsa sulla maggior parte dei media del Paese, è rimasto lontano dai dibattiti televisivi e ha rinunciato ai comizi pubblici prima del voto. Un iniziale exit poll dell’agenzia Prognos ufficialmente accreditata aveva posto Aliyev a circa l’84% dei voti, molto più avanti di Hasanli, al secondo posto con circa l’8%. La Commissione Elettorale Centrale ha dichiarato che dei circa cinque milioni di elettori azeri circa il 72% si era registrato per il voto.
Normalmente frammentata e indebolita, l’opposizione azera – che in gran parte ha boicottato il voto del 2008 – a maggio, dopo la mobilitazione intorno ad un unico candidato, sembrava pronta per una sfida vera e propria, ma ha dovuto affrontare grandi ostacoli per fare passare il suo messaggio. Hasanli, che ha attratto migliaia di sostenitori ai raduni, aveva promesso, se eletto, di dimettersi dopo due anni e condurre l’Azerbajdzhan verso un sistema parlamentare.
Gruppi per i diritti avevano accusato le autorità di un intenso giro di vite sul dissenso in vista delle elezioni, comprese le incarcerazioni di decine di critici, con accuse che l’opposizione ritiene inventate. “È difficile stare dietro al numero e alla velocità con cui i dissidenti vengono perseguitati in questo momento” ha dichiarato John Dalhuisen, Direttore per l’Europa e l’Asia Centrale di Amnesty International.
Alimentato da miliardi di petrodollari, il tenore di vita della Nazione prevalentemente musulmana è aumentato nello scorso decennio, mentre l’Azerbajdzhan diventava un sempre più importante fornitore di energia per l’Europa e un alleato della NATO.
Dopo la sua prevista vittoria, Aliyev dovrebbe proseguire un percorso prudente tra Occidente e Russia, assicurando che l’Azerbajdzhan rimanga una fonte di energia fondamentale per l’Europa e un alleato degli Stati Uniti, pur non turbando la Russia, suo gigantesco vicino settentrionale.