Elaborazione da fonte: Cherif Ouazani pour Jeune Afrique, 11/03/2013 à 15h:34
Alle elezioni legislative del 22 febbraio scorso, svoltisi nella trasparenza secondo gli osservatori stranieri (Unione Africana, Lega Araba, Organizzazione per la Cooperazione Islamica, Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo), l’opposizione è finalmente entrata alla Camera dei Deputati della Repubblica di Djibouti (Jumhūriyyat Jībūtī), la quale fa parte della Lega Araba. È la prima volta dall’acquisizione dell’indipendenza del 27 giugno 1977 che l’opposizione, riunita nell’Union pour le Salut National (USN), ha accettato di partecipare alla contesa elettorale.
I Fratelli Musulmani si sono affacciati sulla scena politica tramite il Mouvement pour le Développement et la Liberté (Model), partito nato soltanto lo scorso 29 novembre e aderente all’USN.
Secondo i risultati provvisori l’Union pour la Majorité Présidentielle (UMP) ha ricevuto quasi il 68% dei voti (il 49,4% nella capitale, dove si assegnano 35 seggi sul totale di 65 in sede nazionale), conquistando, in virtù della nuova legge elettorale, l’80% dei seggi della Camera dei Deputati. La prossima legislatura precederà un’alternanza ai vertici dello Stato, perché il Presidente della Repubblica Ismaïl Omar Guelleh ha annunciato che non correrà per un nuovo mandato nel 2016.