Guinea-Bissau – Elezioni: ballottaggio alle presidenziali, vittoria del PAIGC alle politiche

Partecipazione di massa nelle prime elezioni successive al golpe

 

Elaborazione da fonte: Sara Moreira, in Global Voices, 18 April 2014, 13:46 GMT

Esattamente due anni e un giorno dopo che un colpo di stato militare ha interrotto le elezioni presidenziali del 2012 in Guinea-Bissau, il 13 aprile scorso i Guineani hanno espresso il proprio voto per eleggere democraticamente i loro rappresentanti politici.

Le elezioni generali del 2014 sono state mirate a porre fine al periodo di instabilità creato dal colpo di stato, che ha installato al potere un “governo di transizione”, mediato dalla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS).

I risultati elettorali, annunciati il 16 aprile, confermano un ballottaggio che si terrà a maggio tra i due candidati alla Presidenza che hanno ottenuto il maggior numero di voti: José Mário Vaz (41%) (nella foto a sinistra), dello storico partito socialista nazionalista Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde (Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde, PAIGC), e Nuno Gomes Nabiam (25%) (a destra), indipendente sostenuto dai militari.

Per il Parlamento, il PAIGC ha ottenuto la maggioranza dei seggi (55 su 102), quindi il prossimo Primo Ministro sarà il leader della lista parlamentare del partito, Domingos Simões Pereira. Il social-democratico Partido para a Renovação Social (Partito per il Rinnovamento Sociale, PRS) è arrivato secondo, conquistando 41 seggi dell’Assemblea Nazionale.

Più dell’80% della popolazione ha partecipato alle elezioni politiche, in cui 13 candidati concorrevano per la Presidenza e 15 partiti politici si contendevano i seggi dell’Assemblea Nazionale per formare un nuovo governo. Una dichiarazione della Commissione Elettorale Nazionale subito dopo la chiusura dei seggi elettorali ha rilevato che “queste elezioni generali hanno avuto la più grande affluenza di votanti di sempre”.

L’instabilità politica e militare è stata una caratteristica costante in Guinea-Bissau, un Paese che non ha mai visto un Presidente eletto raggiungere la fine del suo mandato sin dalla sua indipendenza 40 anni fa. Il 12 aprile 2012, pochi giorni prima delle elezioni, un colpo di stato militare ha precipitato il Paese in una crisi che ha portato impatti negativi a tutti i livelli della società. “Partecipando in modo massiccio senza precedenti, in modo pacifico e ordinato, il popolo della Guinea-Bissau ha dimostrato la sua volontà inequivocabile per il ritorno all’ordine costituzionale nel proprio Paese” ha detto il Nobel per la Pace José Manuel Ramos-Horta, ex Presidente di Timor Est e oggi rappresentante speciale dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la Costruzione della Pace Integrata in Guinea-Bissau (UNIOGBIS): “Le elezioni cui abbiamo appena assistito (rappresentano) una svolta dalla instabilità politica dolorosa e cronica che ha afflitto il Paese dalla sua indipendenza, ad un periodo di pace, stabilità e sviluppo”.

Le elezioni hanno visto il crescente coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni della società civile nel processo democratico e nel relativo controllo. Le nuove tecnologie per la comunicazione e la collaborazione hanno anche svolto un ruolo importante.

Riconoscendo l’importanza della “piena partecipazione dei cittadini nel funzionamento della democrazia”, una coalizione di 15 organizzazioni nazionali – il Grupo das Organizações da Sociedade Civil para as Eleições (Gruppo di Organizzazioni della Società Civile per le Elezioni, GOSCE) – si è aggiunto alle forze che eseguono il monitoraggio elettorale nazionale, osservando il periodo pre-elettorale fino al giorno delle elezioni. Dal 9 al 13 aprile il GOSCE ha mobilitato una rete di circa 400 cittadini osservatori in tutto il territorio, pronti ad osservare, raccogliere e trasmettere via SMS i dati sulla copertura mediatica della campagna elettorale, l’attività di formazione civica e lo stesso processo di voto, compresi l’affluenza e il funzionamento dei seggi elettorali.

Il sito web bissauvote.com, creato da GOSCE in collaborazione con l’organizzazione non governativa One World e con il sostegno della delegazione dell’Unione Europea, fornisce una mappa di documenti e un motore di ricerca per regione e soggetto, così come rapporti statistici. I risultati del monitoraggio civico per tutto il periodo pre-elettorale sono stati riassunti in un rapporto che mette in evidenza il tono degli interventi da parte dei candidati durante la campagna elettorale, la partecipazione di genere, la presenza di forze di sicurezza e l’indipendenza dei media nella copertura elettorale.

In una dichiarazione rilasciata dopo la giornata di votazione, il GOSCE ha notato che, sebbene ci siano state segnalazioni di “84 inconvenienti su tutto il territorio nazionale, la maggior parte dei quali legati a situazioni di incompatibilità degli elettori registrati con gli elenchi degli elettori”, le elezioni sono andate bene e sono state nel complesso “generalmente pacifiche”. Le conclusioni preliminari prese dalle informazioni che sono state raccolte nel corso del processo sottolineano:

“1. La campagna elettorale, in particolare per le manifestazioni svolte dai partiti politici e dai candidati presidenziali, si è svolta pacificamente, senza incidenti rilevanti connessi con i partiti o con la politica. In generale, i discorsi dei candidati e dei partiti hanno trasmesso un messaggio di pace e si sono concentrati sui loro programmi politici.

2. Lo sforzo di equità e imparzialità dei media osservati – comprese le radio private e di comunità – ha favorito la neutralità nel trattamento dei candidati e dei partiti politici.

3. La complementarietà delle attività di educazione civica organizzate dalla società civile e dalla Commissione Elettorale Nazionale ha consentito una maggiore chiarezza per gli elettori in ordine al processo elettorale”.

“Le elezioni sono solo la prima tappa di un impegno a lungo termine per risolvere i problemi che hanno compromesso il progresso per anni”, sottolinea un briefing dal titolo “Guinea-Bissau: elezioni, ma poi?”, che è stato recentemente pubblicato dall’International Crisis Group.

Lo studio elenca le principali sfide che il prossimo governo eletto dovrà affrontare, evidenziando che “data la fragilità del Paese, la posta politica in gioco, un esercito diffidente e un’economia debole, un vero cambiamento sarà possibile solo con un forte coinvolgimento internazionale, politico e finanziario.” Aggiunge che il Paese, “in cui la partecipazione al governo è stato il metodo principale per l’acquisizione di ricchezza”, ha bisogno di equilibrare la redistribuzione del potere e delle risorse, così come “la volontà politica e militare per la riforma”: “Il nuovo governo dovrà mettere in discussione i privilegi di cui godono alti ufficiali militari e riprendere accuratamente le riforme nel settore della sicurezza, che hanno spinto l’esercito a organizzare il colpo di stato”.

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