Gabon – La Corte Costituzionale convalida la rielezione del Presidente Ali Bongo, ma il rivale Ping non la riconosce

La famiglia Bongo estenderà ulteriormente i suoi 50 anni di potere sul Gabon. La Corte ha affermato di aver ricontrollato i voti dello scrutinio, ma di non averli potuto ricontare perché tutte le schede sono state bruciate subito dopo il conteggio nei seggi elettorali

Il Presidente Ali Bongo Ondimba (a destra) e Jean Ping nel 2014

Elaborazione da fonti: Le MondeRuth Maclean, in The Guardian, Saturday 24 September 2016, 01.19 BST

Nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 settembre la Corte Costituzionale del Gabon ha convalidato la rielezione del Presidente Ali Bongo Ondimba, rigettando, nel corso di un’udienza pubblica teletrasmessa, la sostanza del ricorso del suo avversario Jean Ping, un diplomatico e leader dell’opposizione, già Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU.

Cambiando parzialmente i risultati delle elezioni del 27 agosto, la Corte ha riferito che Bongo ha mantenuto un vantaggio sul suo rivale. Durante l’udienza a Libreville, in una sala quasi vuota, la Corte ha precisato che Bongo ha ottenuto il 50,66% dei voti contro il 47,24% per Ping.

Il campo di Bongo aveva chiesto per Ping il divieto di candidatura alla Presidenza per i prossimi 10 anni, accusandolo di incitamento alla violenza immediatamente dopo l’elezione. Questa richiesta è stata respinta dalla Corte, che ha detto che non c’è alcuna prova che Ping sia stato causa della violenza. Jean Ping, dopo l’annuncio del risultato elettorale all’inizio del mese, si era dichiarato vincitore e aveva detto che l’uscente Bongo aveva barato, un annuncio che aveva scatenato rivolte mortali e saccheggi nel Paese: almeno sette persone sono morte e più di 1.000 erano state arrestate.

Poco dopo la convalida della rielezione da parte della Corte Costituzionale, il Presidente del Gabon è intervenuto. “Chiedo a tutti i leader politici, compresi i candidati sconfitti alle elezioni del 27 agosto, un dialogo politico”, ha detto in un discorso trasmesso in TV. “Uscendo da un’elezione, alcune famiglie piangono i loro morti, è un tradimento della democrazia”, ha sottolineato il Capo dello Stato, affermando “Mai più questo”. Alain-Claude Bilie By Nzé, portavoce del Presidente, ha detto che il governo “si aspetta più responsabilità da Ping” e ha aggiunto: “Se attraverserà la linea, sarà arrestato. Se cade un gabonese, ne risponderà”.

Ping, da parte sua, davanti alla stampa ha qualificato la decisione della Corte Costituzionale come “negazione dei diritti”, denunciando la “parzialità” della Corte. “Non rinuncio. Da Presidente del Gabon chiaramente eletto, rimango al vostro fianco per difendere il vostro voto e la vostra sovranità”, ha annunciato ai suoi sostenitori.

Le strade di Libreville, la capitale costiera del Paese centrafricano, erano stranamente deserte da venerdì, perché molti residenti temevano nuove violenze se la Corte avesse convalidato la rielezione del Presidente uscente. Molti abitanti della città avevano accumulato generi alimentari e aspettato tranquillamente a casa. Le forze di sicurezza erano state schierate nei giorni precedenti l’annuncio. Secondo quanto appreso da fonti concordanti, l’ex candidato presidenziale Léon-Paul Ngoulakia (nella foto sotto), cugino di Bongo che si era dimesso dal governo lo scorso anno e ha sostenuto Jean Ping nelle elezioni, è stato arrestato venerdì.

Ali Bongo, 57 anni, era stato eletto la prima volta nel 2009 alla morte del padre el-Ḥājj Omar, che era al potere da 42 anni, prima da Vice Presidente e poi da Presidente.

Jean Ping, 73 anni, ex Ministro della Francofonia, più volte Ministro degli Esteri e amico intimo di Omar Bongo, poi passato all’opposizione, chiedeva in particolare un riconteggio delle schede nella provincia orientale di Haut-Ogooué.

In questa roccaforte della famiglia Bongo, secondo i risultati della commissione elettorale che hanno dato fuoco alle polveri il 31 agosto, il Presidente uscente aveva ottenuto il 95% dei voti con un affluenza alle urne del 99%, garantendogli a livello nazionale un vantaggio su Jean Ping di circa 5.000 voti su poco più di 325.000 elettori. La Corte Costituzionale ha rivisto i dati relativi all’Haut-Ogooué, stabilendo che l’affluenza è stata del 98% e che Bongo ha ottenuto l’83,2% e Ping il 4,6%. Ha anche annullato i risultati di 21 seggi a Libreville.

Nelle sue ultime osservazioni alla Corte, Jean-Rémy Bantsantsa, avvocato di Ping, ha detto: “Non riportateci storie di atti falsi, fabbricati per farci credere che ci siano state irregolarità – perché sono loro che hanno falsificato atti. Tutto è accaduto in un’opacità incredibile”.

L’Unione Africana stava inviando un’equipe di osservatori presso la Corte, ma è stata bloccata. Un alto funzionario sostenitore di Bongo, parlando in condizioni di anonimato, ha detto che una così alta affluenza è normale in Gabon e ha respinto il sospetto che nessuno fosse malato o partoriente nel giorno dell’elezione. Alla domanda perché gli osservatori dell’Unione Africana siano stati bloccati dall’effettuare un monitoraggio sulla revisione elettorale da parte della Corte Costituzionale, ha risposto che questo era dovuto a ragioni di “sovranità”. Ping è stato Presidente dell’Unione Africana tra il 2008 e il 2012.

Ogni sera dopo le elezioni Internet è stato chiuso, cosa che il Ministro delle Comunicazioni ha definito semplici “interruzioni” nella rete. Twitter, Facebook e WhatsApp sono stati bloccati. Molta gente del posto ha creato reti virtuali private per essere in grado di usarli.

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