“Le voglio fuori e se devo rivedere o abrogare accordi, accordi esecutivi, lo farò”
Libera traduzione da: Al Jazeera, 26 Oct 2016, 17:00 GMT
Il Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte [nella foto sopra, N.d.T.] ha annunciato che vuole le truppe USA fuori dal suo Paese entro i prossimi due anni ed è disposto, se necessario, ad abolire i patti difensivi con il suo storico alleato a Washington.
“Voglio, magari entro i prossimi due anni, il mio Paese libero dalla presenza di truppe militari straniere”, ha detto Duterte mercoledì, con chiaro riferimento alle forze USA, ad un forum economico a Tokyo prima di un vertice con il Primo Ministro giapponese Shinzō Abe.
Le osservazioni di Duterte durante una visita di alto profilo in Giappone seguono una serie di invettive antiamericane dell’incendiario leader.
“Le voglio fuori e se devo rivedere o abrogare accordi, accordi esecutivi, lo farò”, ha aggiunto.
Martedì scorso, prima di lasciare Manila e dopo il suo arrivo a Tokyo, Duterte ha anche detto che vuole interrompere un patto difensivo con gli Stati Uniti del 2014, chiamando gli Americani “stolti” e “bulli”.
Le Filippine hanno un trattato difensivo con gli Stati Uniti vecchio di decenni, e un distinto accordo esecutivo del 2014 che permette alle truppe USA di utilizzare le proprie basi, visitando le forze americane e ampliando le esercitazioni militari annuali.
Gli Stati Uniti mantengono attualmente un’esigua presenza di forze speciali sull’isola meridionale di Mindanao in aiuto alle operazioni antiterrorismo.
Ma Duterte [che è stato in più fasi sindaco di una grande città di Mindanao per 22 anni, N.d.T.] ha già detto che vuole le truppe USA fuori da Mindanao, perché la loro presenza alimenta tensioni sull’isola, dove gruppi armati conducono un movimento separatista pluridecennale.
Il 71enne [Presidente, N.d.T.] ha anche denunciato Washington perché sia esaminata la sua violenta repressione della criminalità, che ha causato migliaia di vittime e ha attirato diffuse critiche internazionali.
La prima visita di Duterte in Giappone da quando ha assunto l’incarico a giugno segue il suo viaggio in Cina della scorsa settimana, durante la quale ha annunciato una “separazione dagli Stati Uniti”.
Alla richiesta di chiarire le osservazioni del Presidente, il Ministro degli Esteri delle Filippine Perfecto Yasay ha detto che Duterte non voleva dire che le truppe USA dovrebbero essere cacciate, sottolineando che “i nostri interessi nazionali continuano tuttora a convergere”.
Nel tardo mercoledì, durante la riunione di Duterte con il Primo Ministro Abe, i due leader hanno sottolineato i valori comuni dei rispettivi Paesi, in quanto democrazie che rispettano lo stato di diritto.
“Le Filippine continueranno a collaborare strettamente con il Giappone sulle questioni di comune interesse nella regione … compreso il Mar Cinese Meridionale”, ha detto Duterte dopo il vertice.
Il Giappone ha annunciato finanziamenti pari a 204 milioni di dollari per contribuire a migliorare la sicurezza marittima delle Filippine e promuovere la pace e l’agricoltura a Mindanao.
Anche se il Giappone dipende dagli Stati Uniti per la sicurezza, Tokyo non ha finora risposto alle invettive di Duterte, mentre Washington ha adottato un calmo approccio.
Abe aveva lavorato con Benigno Aquino, il predecessore di Duterte, per migliorare le relazioni bilaterali, fornendo motovedette per sostenere Manila nel suo diverbio territoriale con Pechino sulle pretese concorrenti nel Mar Cinese Meridionale.