Elaborazione da fonti: Erin Cunningham, in The Washington Post, January 16 e Edward Yeranian, in Voice of America, January 16, 2014
Secondo i risultati ufficiosi rilasciati giovedì dalle singole Commissioni elettorali di tutto il Paese, nei due giorni di votazioni gli elettori in Egitto hanno approvato a larga maggioranza una nuova Costituzione sostenuta dai militari.
Il voto arriva sei mesi dopo che i militari egiziani hanno rovesciato Moḥamed Morsi, il primo Presidente democraticamente eletto del Paese.
Gli osservatori elettorali hanno segnalato gravi violazioni e irregolarità nel voto, tra cui l’intimidazione degli oppositori della proposta Costituzione, pur non accusando formalmente le autorità di frode. Ma la schiacciante approvazione della Carta ha anche richiamato ricordi di risultati elettorali unilaterali che hanno segnato i tre decenni di potere di Hosnī Mubārak. Brogli e intimidazioni degli elettori erano dilaganti durante la sua Presidenza, che si è conclusa con il suo rovesciamento nel 2011, e spesso garantivano oltre il 90 per cento dei voti nelle elezioni presidenziali, largamente ritenute fraudolente.
La violenza che ha circondato il divisivo referendum ha lasciato sul campo almeno una dozzina di morti, centinaia di feriti e centinaia di più in carcere.
Transparency International, osservatorio sulla corruzione globale con sede a Berlino, in una dichiarazione rilasciata giovedì ha detto che “la violenza di matrice politica, l’intimidazione e la repressione da soggetti statali e non statali hanno limitato e condizionato la partecipazione politica ed elettorale dei cittadini”.
In un caso un gruppo anti-corruzione locale chiamato Shayfeencom (Ti stiamo guardando) ha riferito che mercoledì uno dei suoi osservatori elettorali, dopo un alterco in un seggio elettorale, è stato arrestato e torturato dalle forze di sicurezza nella città di Port Said, sul Canale di Suez.
Giovedì all’Università del Cairo studenti sostenitori dei Fratelli Musulmani egiziani, oggi al bando, hanno scandito slogan contro il governo provvisorio del Paese, mentre i funzionari elettorali conteggiavano i voti nel referendum sulla nuova Costituzione.
La Commissione elettorale nazionale non ha annunciato i risultati ufficiali del voto, che si è concluso mercoledì. Ma mezzi di informazione statali hanno riferito giovedì che il 98 per cento degli elettori in 25 delle 27 province dell’Egitto hanno detto sì nel referendum, presentato come un mandato per il governo provvisorio che ha rimpiazzato l’amministrazione dello spodestato Presidente islamista Moḥamed Morsi. Il voto è stato anche considerato un possibile catalizzatore per una candidatura presidenziale del Generale ʿAbd al-Fattāḥ Ḫalīl as-Sīsī, Capo delle Forze Armate e Ministro della Difesa egiziano.
Molti analisti dicono che la decisione della Fratellanza Musulmana di boicottare il referendum può spiegare la mancanza di un significativo voto negativo. Dalla rimozione di Morsi le autorità hanno stretto un giro di vite sulla Confraternita, dichiarandola gruppo terroristico e arrestando molti dei suoi leader. L’ex Presidente ed altri sono sotto processo per presunto incitamento alla violenza. Più di 1.000 sostenitori pro-Morsi sono stati uccisi nella repressione.
L’affluenza riferita tra il 35 e il 38 per cento degli aventi diritto questa settimana non supera in modo significativo la percentuale di Egiziani che hanno votato nel referendum del 2012 sulla Costituzione redatta dai Fratelli Musulmani di Morsi e dai suoi alleati islamisti, ma quella Costituzione fu approvata con il consenso del 63 per cento.
Martedì e mercoledì l’affluenza più bassa, solo il 20 per cento degli aventi diritto, si è registrata nella Provincia mediterranea di Maṭrūḥ, dove gli Islamisti sono popolari.