di Magdy Samaan
Libera traduzione da: The Telegraph, 29 January 2018, 11:45 AM
I leader dell’opposizione egiziana hanno invitato a boicottare le elezioni del Paese dopo che tutti i veri candidati che cercavano di opporsi al Presidente ʿAbd al-Fattāḥ as-Sīsī sono stati arrestati, perseguiti o intimiditi ad uscire dalla competizione.
In una dichiarazione congiunta, una coalizione di esponenti dell’opposizione ha affermato che gli Egiziani dovrebbero stare lontani dalle urne in segno di protesta, perché il governo ha impedito “qualsiasi concorrenza leale alle prossime elezioni”.
“Chiediamo al nostro grande popolo di boicottare del tutto queste elezioni e di non riconoscere tutto ciò che ne deriva”, dice la nota.
Sīsī [nella foto sopra, N.d.T.], un ex generale che ha preso il potere per la prima volta con un colpo di stato nel 2013, ha represso il dissenso in Egitto e sembra certo di essere rieletto. Nelle ultime settimane diversi aspiranti candidati dell’opposizione sono stati arrestati o indotti a non partecipare.
Ma Sīsī e i suoi alleati sono anche preoccupati per la bassa affluenza alle elezioni di marzo e temono che un diffuso boicottaggio possa portare allo scrutinio imbarazzante di pochi voti.
Muḥammad Anwar as-Sādāt [nella foto sopra, N.d.T.], un ex deputato [Presidente di Ḥizb al-Islah wa at-Tanmiyya, Partito Riforma e Sviluppo, di ispirazione liberale, N.d.T.] e nipote del Presidente assassinato Anwar as-Sādāt, si è spinto oltre, chiedendo ai gruppi di opposizione di organizzare una marcia pacifica di protesta verso il palazzo presidenziale.
“Sādāt ha chiarito che la politica egiziana è stata svuotata di ogni significato e contesto. Ha aggiunto che il tempo degli appelli e delle dichiarazioni rilasciate a porte chiuse è finito”, ha detto il suo ufficio in un comunicato.
Una marcia sarebbe una strategia ad alto rischio, in quanto le proteste dell’opposizione sono sostanzialmente bandite in Egitto e probabilmente le forze di sicurezza reprimerebbero pesantemente qualsiasi dimostrazione non autorizzata.
Sādāt, liberale ma anche membro dell’establishment politico egiziano, aveva programmato di presentarsi contro Sīsī, ma si è ritirato dalla corsa per paura che il suo staff elettorale e i suoi volontari fossero arrestati se avesse tentato di presentarsi.
In un’intervista a The Telegraph la scorsa settimana, aveva avvertito che Sīsī avrebbe probabilmente usato il suo secondo mandato per cambiare la Costituzione e consentire a se stesso di rimanere al potere indefinitamente.
“Quello che sta succedendo è qualcosa che non abbiamo mai visto prima in Egitto, sotto Nasser, Sādāt o anche Mubārak, o persino sotto i Fratelli Musulmani. Stanno facendo in modo da controllare tutto”, ha detto.
“Non c’è più vita politica. È tutto morto. Nessuno può osare competere o addirittura parlare o sfidare qualsiasi cosa. Non è permesso”.
Con tutti i candidati dell’opposizione estromessi dalla competizione, gli alleati di Sīsī sono passati attraverso una serie di affrettate manovre per fare in modo che ci sia almeno un altro nome sulla scheda elettorale e che il Presidente abbia almeno un avversario fantoccio.
Il Wafd [Ḥizb al-Wafd al-Jadīd, Nuovo Partito della Delegazione, di ispirazione nazional-liberale, N.d.T.], un piccolo partito alleato di Sīsī, si era mosso la settimana scorsa per presentare un candidato, anche se aveva già ufficialmente appoggiato il Presidente.
Ha fatto marcia indietro dopo lotte intestine all’interno del partito [nella foto a lato il suo Presidente as-Sayyid al-Badawī Shaḥāta, N.d.T.] e dopo essere stato additato al pubblico ludibrio sui social media da parte degli Egiziani che hanno interpretato la mossa come un aperto tentativo di risparmiare imbarazzo a Sīsī.
Ora, a quanto pare, un altro piccolo partito è stato lanciato nel ruolo di oppositore fantoccio.
Moussa Muṣṭafā Moussa, Presidente del Partito el-Ghad [Ḥizb el-Ghad, Partito del Domani, di ispirazione liberal-democratica, N.d.T.] alleato di Sīsī, ha formalmente presentato la sua candidatura lunedì, pochi minuti prima della scadenza.
Moussa aveva già appoggiato Sīsī e al momento del suo annuncio la sua pagina Facebook aveva ancora un’immagine che esprimeva il suo sostegno al Presidente. L’anno scorso aveva organizzato una campagna chiamata “Sostenitori della designazione del Presidente Sīsī per un secondo mandato”.
In precedenza, aveva anche detto di sperare che la percentuale di voti a Sīsī superi “l’80 o il 90 per cento, in modo da poter realizzare ciò che ha iniziato”.
“Ci sarà una forte concorrenza”, ha scherzato un utente Twitter.
La dichiarazione dell’opposizione ha interrotto la ricerca del governo di un avversario fantoccio, dicendo che stava cercando “un candidato per svolgere un ruolo ‘extra’ in un processo che sta insultando i valori profondamente radicati della repubblica egiziana”.
Sāmī ʿAnān [Sāmī Ḥāfiẓ ʿAnān, già Vice Presidente del Consiglio Supremo delle Forze Armate e fondatore nel 2014 del Partito Egiziano Arabista, N.d.T.], un ex generale, aveva programmato di competere contro Sīsī, ma martedì è stato arrestato sotto la minaccia delle armi dai servizi di sicurezza egiziani.
Hishām Genena [nella foto a lato, già Capo della Central Auditing Organization, istituto di revisione contabile indipendente istituito nel 1942 come strumento di controllo delle finanze pubbliche, N.d.T.], il suo candidato alla vicepresidenza, sabato è stato aggredito e gravemente ferito in una strada del Cairo.
I suoi sostenitori hanno accusato il governo di essere il mandante dell’agguato. Il Ministero degli Interni ha detto che si trattava delle conseguenze di un litigio stradale.