Elaborazione da fonte: Abigail Hauslohner and Michael Birnbaum, in The Washington Post, July 9
Il Presidente “ad interim” ʿAdlī Maḥmūd Manṣūr ha nominato martedì un nuovo Primo Ministro e il Vice Presidente, mentre l’Egitto si preparava a una possibile reazione il giorno dopo che le forze di sicurezza avevano abbattuto oltre 50 sostenitori del deposto Presidente Moḥamed Morsi.
In una dichiarazione registrata, trasmessa dalla televisione egiziana giorno 9, il Generale ʿAbd al-Fattāḥ Ḫalīl as-Sīsī, Capo delle Forze Armate, ha detto alla nazione che la precedente dichiarazione costituzionale del nuovo Presidente e il programma per le elezioni e una nuova Carta Costituzionale ha fornito “più che sufficiente garanzia” che il Paese si sta muovendo nella giusta direzione.
La road map delinea “un calendario specifico per ogni fase del rifacimento della Costituzione, in modo tale da garantire e conseguire la volontà del popolo” ha detto Sīsī. “E questo significa che i punti di riferimento del percorso sono determinati e chiari”.
Nella tarda giornata di lunedì Manṣūr ha emanato un decreto che imposta i cardini per un referendum su una Costituzione riveduta nel giro di circa 4 mesi e mezzo, elezioni parlamentari entro circa sei mesi ed elezioni presidenziali dopo tutte queste incombenze. Martedì Manṣūr ha proseguito, nominando nuovo Primo Ministro “ad interim” l’ex Ministro delle Finanze Ḥāzim ʿAbd al-ʿAzīz al-Bablāwī (nella foto), 76 anni, come ha riferito l’Agenzia di Stato MENA (Middle East News Agency). Il liberale Muḥammad Muṣṭafā al-Barādʿī, 71 anni, leader dell’opposizione e Nobel per la Pace, è stato nominato Vice Presidente “ad interim” e responsabile degli Affari Esteri.
Nel frattempo, i sostenitori del Presidente Morsi si apprestavano a seppellire 51 di loro, vittime degli spari sulla folla di dimostranti della Fratellanza Musulmana al di fuori dell’edificio dove ritengono sia detenuto Morsi.
Funzionari dei Fratelli Musulmani hanno respinto le nuove nomine politiche come atti illegittimi di leaders non eletti. “Non è affar nostro. Non abbiamo nulla a che fare con questo” ha detto Ḥamza Zawbaa, un portavoce del Partito al-Hurriyya al-ʿAdāla (Libertà e Giustizia). “È un colpo di stato militare e noi non negoziamo con i leaders militari” ha detto durante il sit-in continuo della Fratellanza nei pressi della moschea Rabi`a al `Adawiyya al Cairo orientale.
Bassem Ouda, 43 anni, membro della Fratellanza che è stato estromesso da Ministro delle Forniture e del Commercio Interno, si è detto stupefatto per l’improvvisa ascesa di Bablāwī, ex Ministro delle Finanze durante la prima, difficile transizione militare egiziana. “Ḥāzim al-Bablāwī è un personaggio in Egitto. Ma sono stato molto sorpreso quando ho sentito che il dottor Bablāwī aveva accettato l’incarico di Primo Ministro del governo che segue il colpo di stato militare” ha detto. Ha aggiunto che a Bablāwī era stato offerto lo stesso incarico con la presidenza di Morsi e lo aveva “totalmente respinto”.
Bablāwī “è un economista liberale, un accademico e un politico e corrisponde alla descrizione di un tecnocrate” ha detto Emad Gad, uno dei leaders del Partito Socialdemocratico egiziano ed esperto di Scienza Politica presso il Centro Ahram per gli Studi Politici e Strategici, un think tank del Cairo. “Credo che ci sarà un accordo nazionale su questo”. Al-Barādʿī, ha detto Gad, “è un simbolo della rivoluzione egiziana”.
In un’intervista con il Washington Post nel mese di ottobre, Bablāwī aveva detto di credere che il governo Morsi sapeva “esattamente ciò che è necessario” per porre rimedio alla spirale di problemi economici del Paese, ma che stava lottando per trovare la strategia politica per attuarli.