Islamic World Analyzes, since ever thoughtful to the problems of Turkic people, proposes the Italian translation of the original article, which deals with the presentation of a political declaration from Azerbaijan. It’s not a new issue considering that it aroused in historical time. Nowadays it fascinates the concerned populations, yet, also causing strong opposition from the governments of the countries hosting those populations. A hot topic frequently regarded as provocative due to any outcomes to the stability of involved geopolitical areas, from the Caucasus to the Middle East, the Balkans, Central Asia, Russia, and China itself. Thence, we publish this news for providing information by holding our commitment to the matter, mostly to the cultural and political condition of Azerbaijan, which has regularly been the true core of pan-Turkic movements. In this regard, Islamic World Analyzes recalls the analysis published in 2017 and available at https://www.islamicworld.it/wp/azerbaijan-turkic-shiite-identity-hanging-oil/
Islamic World Analyzes, da sempre sensibile alle probematiche delle popolazioni di origine turca, propone la traduzione in Italiano di questo articolo, che tratta la presentazione di una dichiarazione politica proveniente dall’Azerbajan. Il tema non è nuovo e certamente ha suscitato nella storia e suscita tuttora fascino per le popolazioni interessate, ma anche forte opposizione da parte dei governi dei Paesi che ospitano quelle popolazioni. Tema scottante e spesso giudicato provocatorio per le eventuali conseguenze sulla stabilità delle aree geo-politiche coinvolte, dal Caucaso, al Medio Oriente, ai Balcani, all’Asia Centrale, alle stesse Russia e Cina. Dunque, pubblichiamo la notizia per dovere d’informazione, continuando l’impegno sul tema e specialmente sulla condizione culturale e politica dell’Azerbaijan, da sempre vero fulcro dei movimenti pan-turchi. A questo proposito, Islamic World Analyzes richiama l’analisi pubblicata nel 2017 e reperibile all’indirizzo https://www.islamicworld.it/wp/iwa-monthly-focus-28/
di Jeyhun Aliyev
Libera traduzione da: Anadolu Agency, 17.09.2020
Gli stati del mondo di origine turca dovrebbero unirsi e congiungere le forze come l’Unione Europea, ha detto in un’intervista a Anadolu Agency un’accademica e attivista politica azera.
Yasəmən Qaraqoyunlu, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaijan e capo del movimento Whole Azerbaijan, ha dichiarato in un’intervista che 11 personaggi pubblici e di partiti politici – inclusa lei stessa – hanno firmato martedì una dichiarazione che propone l’unificazione degli stati di origine turca di tutto il mondo.
Ha detto che la dichiarazione sollecita la firma di un accordo di alleanza militare strategica tra Azerbaijan e Turchia, osservando che il “regime terrorista-separatista” dell’Armenia nei territori dell’Azerbaijan occupati rappresenta una “minaccia reale e aperta” per gli interessi non solo dell’Azerbaijan, ma anche della Turchia.
Pur sollecitando la dislocazione reciproca di basi militari nei due Paesi, la dichiarazione ha anche chiesto di intensificare i negoziati con altri stati di origine turca per promuovere ed espandere l’unità e, in ultima analisi, raggiungere l’istituzione di una “Unione Turca” simile al modello dell’UE.
“Le basi teoriche dell’idea di unificazione del mondo turco risalgono all’inizio del XX secolo”, ha detto, aggiungendo che la Rivoluzione bolscevica e le politiche della Russia hanno impedito la realizzazione dell’idea.
Ma con il crollo dell’ex Unione Sovietica, l’idea dell’unità è tornata a galla ancora una volta, ha detto.
La Qaraqoyunlu ha affermato che oggi ci sono molte organizzazioni che lavorano per l’integrazione del mondo turco, tra cui il Consiglio di Cooperazione dei Paesi Turcofoni [nella foto sotto, il 7° summit del Consiglio tenuto a Bakı nel 2019, N.d.T.], l’International Organization of Turkic Culture, la Turkic Culture and Heritage Foundation, il Turkic Business Council, l’International Turkic Academy, la Turkic University Union e altre.
“Tuttavia, queste organizzazioni non sono sufficienti per il processo di integrazione del mondo turco”, ha affermato, sottolineando che, sulla base della lingua turca comune, esse dovrebbero essere create sulla politica comune dell’istruzione, del turismo, dell’economia, della cultura e dell’ambiente “dove le nazioni possono unirsi”.
Non solo le organizzazioni e i governi, ma anche le persone e le ONG devono lavorare sodo affinché il “popolo turco separato dalle geografie” possa unirsi e diventare una nazione, ha detto.
“La creazione di un esercito e di un’economia comuni è condizione principale per l’unità”.
Se venisse istituita una “Unione Turca”, potrebbero essere perseguite una dottrina e una politica di sicurezza comune nei confronti di una serie di Paesi che minacciano il mondo turco, ha affermato.
L’istituzione dell’unione dei confini “dall’Adriatico alla Cina” gioverebbe agli stati e aiuterebbe quei Paesi a prendere una posizione comune contro le minacce, ha aggiunto la Qaraqoyunlu.
L’arena globale
La “scacchiera mondiale” ha assistito a tre processi negli ultimi 30 anni, ha detto.
“Con il crollo dell’Unione Sovietica, è finito il mondo bipolare”.
È iniziata, ma non ancora completata, la “costruzione di un mondo unipolare” sotto la guida degli Stati Uniti attraverso il processo di globalizzazione, ha sottolineato la Qaraqoyunlu.
Potenze globali con culture diverse, come Cina, Russia, Iran, Malaysia, Indonesia, Giappone, India e Pakistan, hanno invece avviato il processo di costruzione di un “mondo multipolare”, ha affermato.
“La costruzione di un mondo multipolare sarebbe possibile con la trasformazione di stati in superpotenze sulla base di diversi criteri come la religione, la lingua e la cultura. Ecco perché il mondo turco deve unirsi sotto la guida della Turchia in modo che il Paese diventi una superpotenza globale,”ha detto.
Il XXI secolo non sarà basato sulle relazioni inter-statali, ma sulle civiltà e sulle relazioni interculturali, ha detto la Qaraqoyunlu, aggiungendo che in questo nuovo sistema, il mondo turco deve agire come un’unica forza, un “sistema super-socio-culturale” e [relativo, N.d.T.] potere.