Iniziativa del governo liberal-nazionale australiano, sulla scia della Legge Taylor Force approvata dal Congresso degli Stati Uniti e in concomitanza con una nuova legge emanata lunedì dalla Knesset israeliana
di Jay Jackson
Libera traduzione da: Beirut News, 3rd July, 2018
Lunedì il Ministro degli Esteri Julie Bishop [nella foto sopra con il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu, N.d.T.] ha annunciato che il governo australiano sta per interrompere gli aiuti diretti ai Palestinesi.
Gli Australiani hanno subito pressione da parte di legislatori statunitensi che hanno attuato una misura analoga a marzo.
“Oggi annuncio che il governo australiano ha sospeso i finanziamenti al Fondo Fiduciario Multilaterale della Banca Mondiale per il Programma di Ripresa e Sviluppo Palestinese”, ha detto la Bishop in una dichiarazione rilasciata lunedì sera.
Le mosse riflettono il malcontento degli Australiani verso la pratica dell’Autorità Palestinese di effettuare pagamenti a famiglie di Palestinesi “condannati per violenza politicamente motivata”.
L’Autorità Palestinese afferma che spesso queste persone sono loro stesse vittime. L’esercito israeliano ha l’abitudine di demolire le abitazioni private di autori di violenza, indipendentemente dal fatto che altri membri delle famiglie siano coinvolti nella violenza, che il governo israeliano e i legislatori statunitensi chiamano “terrorismo”.
Il Presidente dell’Autorità Palestinese Maḥmud ‘Abbās (Abū Mazen) [nella foto sotto, N.d.T.] , in un discorso letto dal suo consulente per gli Affari Esteri Nabīl Shaʿath nel giugno dell’anno scorso, aveva dichiarato: “I pagamenti per sostenere le famiglie sono una responsabilità sociale per prendersi cura di persone innocenti colpite dalla carcerazione o dall’omicidio dei loro cari”.
“È francamente retorica razzista chiamare terroristi tutti i nostri prigionieri politici”, ha detto ‘Abbās. “Sono, in realtà, le vittime dell’occupazione, non i creatori dell’occupazione”.
Julie Bishop, però, non è d’accordo.
“Ho scritto all’Autorità Palestinese il 29 maggio per ottenere la chiara assicurazione che i finanziamenti australiani non vengano utilizzati per aiutare i Palestinesi condannati per violenza politicamente motivata”, ha detto la Bishop nella sua dichiarazione rilasciata lunedì sera.
“Sono fiduciosa che i precedenti finanziamenti australiani all’Autorità Palestinese attraverso la Banca Mondiale siano stati usati come previsto. Tuttavia, sono preoccupata che nell’offrire fondi per questo aspetto delle operazioni dell’Autorità Palestinese vi sia l’opportunità di utilizzare il proprio bilancio per attività che l’Australia non sosterrebbe mai”.
La stretta ai Palestinesi sulla questione è culminata lunedì con l’iniziativa del governo australiano, sulla scia della Legge Taylor Force approvata dal Congresso degli Stati Uniti, in concomitanza con una nuova legge emanata lunedì dalla Knesset israeliana che consente a Israele di dedurre importi commisurati con quelli pagati per le famiglie [coinvolte in, N.d.T.] violenza politica o ‘terrorismo’ da tasse e tariffe che il governo israeliano raccoglie per conto dell’Autorità Palestinese. Israele ha spesso trattenuto le tasse come strumento di contrattazione o misura punitiva, nonostante le critiche sul fatto che i fondi che gestisce non sono di proprietà di Israele ma sono di proprietà dell’Autorità Palestinese.
Israele dice che intende erogare alle vittime israeliane del “terrore” le somme dedotte dalle tasse e dalle tariffe.
Il governo australiano, pur prendendo una decisione diversa, sostiene il principio secondo cui i suoi fondi non dovrebbero essere utilizzati per il risarcimento a criminali condannati. “Qualsiasi assistenza fornita dall’Organizzazione per la Liberazione della Palestina a coloro che sono stati giudicati colpevoli di violenza motivata politicamente costituisce un affronto ai valori australiani e mina la prospettiva di una pace significativa tra Israele e i Palestinesi”, ha affermato la signora Bishop.
“Il governo australiano rimane impegnato a sostenere i Palestinesi vulnerabili con accesso ai servizi di base, tra cui assistenza sanitaria, cibo, acqua, servizi igienici migliorati e ricovero. Ora indirizzeremo la nostra allocazione di 10 milioni di dollari verso il Fondo Umanitario delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi che sostiene questi servizi”.
“Il Fondo Umanitario delle Nazioni Unite aiuta 1,9 milioni di persone: circa il 75 per cento del suo finanziamento sarà speso a Gaza, dove la situazione umanitaria continua a deteriorarsi”, ha affermato il Ministro degli Esteri australiano.
“Il governo australiano ha informato l’Autorità Palestinese e la Banca Mondiale della nostra decisione”, ha aggiunto.
Mentre lunedì gli Australiani e gli Israeliani si stavano associando agli Americani nel soffocare gli aiuti ai Palestinesi, un certo numero di alti funzionari repubblicani e democratici degli Stati Uniti, tra cui un ex Segretario di Stato, chiedevano al governo degli Stati Uniti di reintegrare i fondi per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione [UNRWA in Inglese, N.d.T.] che venivano dirette agli aiuti palestinesi.
“Questo gap finanziario mette in discussione la capacità dell’UNRWA di continuare a fornire servizi di educazione e assistenza sanitaria a milioni di persone e ha ripercussioni sulla sicurezza nazionale per i nostri alleati più stretti, tra cui Israele e Giordania. Vi invitiamo a ripristinare i finanziamenti degli Stati Uniti per contribuire a colmare questo divario”, Thomas Pickering e Edward Perkins, che hanno lavorato per il Presidente George H.W. Bush; il Segretario di Stato Madeleine Albright e Bill Richardson, che hanno lavorato per il Presidente Bill Clinton; John Negroponte, che ha lavorato per il Presidente George W. Bush; e Susan Rice e Samantha Power, che hanno lavorato per il Presidente Barack Obama, hanno scritto in una lettera inoltrata lunedì al Segretario di Stato Mike Pompeo e all’Ambasciatore degli Stati Uniti all’ONU Nikki Haley.