Elaborazione da fonti: Al Jazeera, 12 Oct 2017, 16:00; CBCnews, Oct 12, 2017, 10:57 AM ET; G. D’Agostino, Sulle Vie dell’Islam, giugno 2010
Oggi i partiti politici palestinesi Ḥamās e Fataḥ hanno firmato un accordo di riconciliazione, come parte di uno sforzo per porre fine a una rottura decennale.
Ismā’īl Haniyeh (nella foto d’apertura), leader politico di Ḥamās, l’ha annunciato in una dichiarazione che non ha fornito molti dettagli su un accordo che dovrebbe comprendere disposizioni amministrative, di sicurezza e di attraversamento delle frontiere nella Striscia di Gaza.
L’annuncio arriva dopo che martedì scorso i rappresentanti di Ḥamās, il Movimento di Resistenza Islamico basato a Gaza, e dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’Entità semi-autonoma guidata da Fataḥ che governa la Cisgiordania, si sono riuniti al Cairo per attuare un accordo di unità firmato nel 2011 ma non messo in atto.
L’accordo vedrà anche la formazione di un governo provvisorio tra Ḥamās e Fataḥ prima delle elezioni. L’accordo prevede, infatti, che le elezioni legislative, presidenziali e del Consiglio Nazionale debbano essere tenute entro un anno dalla sua firma.
Le delegazioni dei due rivali hanno anche avuto colloqui per definire i dettagli del passaggio di consegne amministrative, compresa quelle della sicurezza a Gaza e ai valichi di frontiera, e la riforma dell’OLP (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina). Successivamente, il Primo Ministro di Palestina Rāmī Ḥamdallāh (nella foto sotto) ha visitato la Striscia e ha annunciato che il governo di unità nazionale avrebbe cominciato ad assumere la responsabilità amministrativa della Striscia.
“Ci congratuliamo con il nostro popolo palestinese sull’accordo di riconciliazione raggiunto al Cairo. Facciamo ogni sforzo possibile per attuarlo e per iniziare un nuovo capitolo nella storia del nostro popolo”, ha detto il portavoce di Ḥamās Ḥāzim Qassem alla Reuters. Dopo la cerimonia della firma, Shaykh Saleh al-Arouri, Vice Presidente dell’Ufficio Politico di Ḥamās e Capo dei negoziatori del movimento al Cairo, ha detto: “Noi di Ḥamās siamo determinati e seri, questa volta proprio come tutte le altre volte … Abbiamo sciolto il Comitato Amministrativo [il Governo di Gaza, N.d.A.] … Abbiamo aperto la porta al raggiungimento di questa riconciliazione”.
In una conferenza stampa, Azzam al-Aḥmad, Capo della delegazione di Fataḥ, ha dichiarato che le due parti hanno convenuto che il valico frontialiero di Rafaḥ, l’unico attraversamento di frontiera tra Egitto e Gaza, sarà gestito dalle guardie presidenziali di Maḥmud ‘Abbās (nella foto sopra) dal 1° novembre. Ha aggiunto che, secondo le istruzioni di ‘Abbās, i due gruppi non torneranno nei territori palestinesi occupati, a meno che non abbiano un “accordo definitivo che metta da parte la divisione per sempre … per raggiungere il sogno palestinese, porre fine all’occupazione e avere uno Stato palestinese indipendente e sovrano con Gerusalemme Est come capitale”. Secondo l’accordo di unità, 3.000 agenti di sicurezza di Fataḥ si uniranno alle forze di polizia di Gaza. Ma Ḥamās rimarrebbe la più potente fazione palestinese armata – si stima che 25.000 combattenti ben attrezzati abbiano combattuto tre guerre contro Israele dal 2008.
Fataḥ afferma che a Rafaḥ ci dovrebbe essere la supervisione dell’EU BAM Rafah (European Union Border Assistance Mission at the Rafah Crossing Point) invece dei dipendenti attualmente collegati a Ḥamās. “EU BAM Rafah mantiene la disponibilità a insediarsi al punto di attraversamento di Rafaḥ quando la sicurezza e le situazioni politiche lo consentiranno”, ha detto Moḥammad As-Saadi, responsabile stampa dell’EU BAM. Qualsiasi decisione relativa all’insediamento di EU BAM Rafah sarebbe presa congiuntamente all’Autorità Palestinese e al governo israeliano, ha detto in una dichiarazione.
Il movimento Ḥamās aveva deciso il mese scorso di sciogliere il Comitato Amministrativo che gestisce la Striscia di Gaza. La mossa è stata un’inversione fondamentale per Ḥamās, determinata in parte dai timori di un potenziale isolamento finanziario e politico, dopo che il Qatar, suo principale finanziatore, è entrato in una grande controversia diplomatica con gli alleati-chiave.
Negli ultimi mesi Ḥamās aveva subito forti pressioni da parte dell’Autorità Palestinese, con misure contro Gaza volte a persuadere Ḥamās a rinunciare al controllo della Striscia. Le misure punitive includevano tagli degli stipendi dei dipendenti dell’Autorità Palestinese che vivono a Gaza e la riduzione dell’approvvigionamento elettrico alla Striscia, che già soffre di carenza di energia dovuta al blocco israeliano. Ḥamās ha comunque espresso la volontà di riconciliarsi con l’Autorità Palestinese.
Un altro importante problema in discussione è il destino di 40-50.000 dipendenti pubblici che Ḥamās ha assunto a Gaza dal 2007, un punto spinoso che aveva causato la rottura di un precedente accordo di unità firmato nel 2014. Secondo l’accordo, questi dipendenti riceverebbero il 50% di quello che sarebbe stato il loro stipendio sotto l’Autorità Palestinese – cioè, l’equivalente di quello che paga ora Ḥamās – in attesa di vagliare le loro qualifiche professionali.
Ḥamās ha di fatto governato la Striscia di Gaza dal 2007, dopo che nel 2006 il movimento aveva sconfitto il partito dominante Fataḥ del Presidente ‘Abbās nelle elezioni parlamentari. Un autorevole membro moderato di Ḥamās, Ismā’īl Haniyeh, già preside nell’Università Islamica di Gaza, era stato legittimamente nominato Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese il 16 febbraio 2006, rimanendo in carica fino al 14 giugno 2007, quando veniva defenestrato in spregio al voto popolare democraticamente acquisito, non confutato neanche dagli sconfitti e senza contestazioni internazionali. In risposta alla rimozione del Primo Ministro Haniyeh, Ḥamās aveva acquisito il controllo della Striscia di Gaza e aveva poi spinto Fataḥ fuori da Gaza in un conflitto sanguinoso. Israele aveva risposto alla vittoria elettorale di Ḥamās imponendo un assedio ermetico, in atto fino ad oggi.
Da allora Ḥamās e Fataḥ hanno governato rispettivamente la Striscia di Gaza e la Cisgiordania e molteplici tentativi di riconciliazione sono falliti per diversi motivi. Già nel 2014 avevano deciso di formare un governo di riconciliazione nazionale, ma, nonostante questo accordo, il governo di Ḥamās aveva continuato a governare Gaza.