Elaborazione da fonte: Eurasianet.org, September 17, 2015 – 8:37am; The Daily Star Lebanon, Sep. 16, 2015 | 01:17 PM
Il 17 settembre i pubblici ministeri del Tadzhikistan hanno accusato Muhiddin Kabiri (in primo piano nella foto in alto), leader di Hizbi Nahzati Islomii Tojikiston (Partito della Rinascita Islamica del Tadzhikistan), il maggiore partito di opposizione bandito il mese scorso dal governo autoritario, di essere l’istigatore delle recenti agitazioni che sono culminate in decine di morti fra truppe governative e fedelissimi di un ex Vice Ministro della Difesa accusato a sua volta di montare una ribellione. Il governo ha anche accusato di legami con IS tutto il blocco di opposizione, composto da musulmani moderati e Tadzhiki di mentalità più laica.
Si tratta di un cupo epilogo per la carriera politica di Kabiri, che ha perseguito una linea liberale e accomodante nei rapporti con il governo, provocando le critiche di coloro che credevano che avrebbe dovuto prendere posizioni più intransigenti.
All’inizio di questo mese nella capitale Dushanbe e in una città vicina i ribelli si erano scontrati per le strade con la polizia, uccidendo nove poliziotti e ferendone dieci. “La decisione sull’attacco armato è stata presa ad agosto 2015 e quindi a questo scopo una grande quantità di denaro è stato convogliata attraverso le cosiddette organizzazioni di beneficenza con sede in un certo numero di Paesi” hanno detto i procuratori in un comunicato.
L’ufficio del Procuratore Generale ha detto che Kabiri dirigeva 20 gruppi criminali su piccola scala e controllava direttamente le loro attività.
Il giorno prima il Ministero dell’Interno dell’impoverito Paese confinante con l’Afghanistan aveva detto di aver eliminato un gruppo ribelle guidato dall’ex Vice Ministro della Difesa Maggiore Generale Abduhalim Nazarzoda (nella foto a sinistra), durante un’operazione aerea e di terra contro i ribelli accusati di aver tentato di rovesciare il governo. “Il gruppo terrorista guidato dall’ex Vice Ministro della Difesa Abduhalim Nazarzoda è stato liquidato nel corso di un’operazione congiunta di truppe governative” ha detto una fonte del Ministero dell’Interno. Ha aggiunto che “tra i morti c’è anche Abduhalim Nazarzoda”. I ribelli, che erano rifugiati nella valle montagnosa di Ramit, circa 60 chilometri ad est di Dushanbe, avevano ucciso quattro soldati, tra cui un comandante delle forze speciali in una sparatoria. Il Presidente tadzhiko Emomalj Rakhmon aveva promesso che gli autori di attacchi armati sarebbero stati “giustamente puniti”.
L’ufficio del Procuratore Generale ha detto che 13 collaboratori di Nazarzoda sono stati arrestati mentre cercavano di nascondersi alle autorità o di lasciare il Tadzhikistan. Questi dati sono gli stessi di quelli forniti dal Consiglio Politico del Partito della Rinascita Islamica del Tadzhikistan, che comprende 15 persone, tra cui Kabiri e Muhammadjon Nuri, i quali sono entrambi all’estero.
Nazarzoda è stato Vice Ministro della Difesa fino alla sua destituzione di questo mese. Era accusato di tradimento, terrorismo, sabotaggio e di aver creato un gruppo estremista. Già membro del gruppo armato Opposizione Tagika Unita, aveva combattuto con l’opposizione islamista contro il governo laico, durante una guerra civile di cinque anni che si era conclusa nel 1997 con un accordo che aveva visto gli ex ribelli integrati nel Ministero della Difesa. Le autorità hanno dichiarato che Nazarzoda era membro del Partito della Rinascita Islamica, anche se il partito lo ha negato. Secondo i procuratori, Nazarzoda prendeva istruzioni direttamente da Kabiri.
La “banda criminale”, così come viene descritta dal governo, deve affrontare accuse penali tra cui furto di armi, munizioni ed esplosivi, omicidio, cattura di ostaggi, terrorismo, minaccia alle forze dell’ordine e al personale militare e abuso di cariche pubbliche. I beni appartenenti a Kabiri e ai presunti capi dei disordini del 4 settembre sono stati congelati.
Kabiri ha già negato tutte le accuse. “Hanno cercato di farci fuori in quanto radicali e di provocare un’azione dura, almeno un qualche tipo di manifestazione o protesta. Hanno chiuso il nostro ufficio, hanno distrutto un edificio in pieno giorno. Hanno arruolato provocatori per rilasciare dichiarazioni pubbliche contro il Partito della Rinascita Islamica. Hanno arrestato e picchiato i lavoratori nel nostro ufficio. Tutto questo è stato fatto per provocare una reazione dura da parte nostra, in modo che potessero far passare tutto questo come lotta all’estremismo e al radicalismo” ha detto.
Nessun governo occidentale ha finora rilasciato alcun commento sugli eventi che si svolgono in Tadzhikistan. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato solo messaggi per i cittadini americani, avvertendoli di adottare misure cautelari nei giorni successivi al 4 settembre. Questo è sembrato offrire una tacita conferma della narrazione ufficiale, che è stata suffragata da ben poche prove effettive. Tuttavia, Kabiri viene indicato lo stesso come terrorista.
Martedì scorso il Tadzhikistan ha ospitato un vertice dell’Organizatsija Dogovora o Kollektivnoj Bezopasnosti (ODKB, Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva), un’organizzazione di sicurezza regionale a guida russa. Il Presidente russo Vladimir Putin ha detto al summit che il Tadzhikistan si trova di fronte a “tentativi di destabilizzare la situazione” e ha promesso l’assistenza della Russia, se necessario. Le strutture di sicurezza del Tadzhikistan dicono che fino a 600 dei propri cittadini stanno combattendo al fianco di IS in Iraq e Siria.
L’ultima violenza è arrivata tra crescenti tensioni nel Paese di otto milioni di abitanti a maggioranza musulmana, ma laico, riguardo al ruolo dell’Islam nella vita pubblica.
