Elaborazione da fonte: Jeune Afrique, 08 juillet 2015, à 16h32
“La guerra civile non avrà mai fine senza le dimissioni del Presidente Salva Kiir” ha avvertito oggi Riek Machar (a sinistra nella foto), capo dei ribelli del Sud Sudan.
“Noi non riteniamo di avere in Salva Kiir un partner per fare la pace” ha detto l’ex Vice-Presidente Machar. “I sette accordi di cessate il fuoco con il governo per cercare di porre fine al conflitto erano tutti nati morti” ha sottolineato.
Mentre da 18 mesi una guerra civile senza pietà attanaglia il Paese, domani la Nazione più giovane del mondo celebrerà il suo quarto anniversario. Un’indipendenza strappata al Sudan il 9 luglio 2011, dopo decenni di guerra nord-sud.
“Il popolo del Sud Sudan non meritava di tornare in guerra, questo è responsabilità del Presidente Salva Kiir, al quale chiediamo di dimettersi oggi” ha commentato Riek Machar da un hotel di lusso della capitale keniana. “Se il Presidente Kiir persiste e si rifiuta di restituire il potere al popolo, i cittadini hanno tutto il diritto di insorgere fino a rovesciare questo regime” ha insistito.
Il Parlamento del Sud Sudan a fine marzo ha ampliato di tre anni il mandato di Salva Kiir (a destra), cattolico di etnia Dinka, spazzando via la prospettiva di elezioni, inizialmente previste quest’anno. Riek Machar, un Nuer di religione presbiteriana, ha contestato tale decisione, sostenendo che il mandato presidenziale si conclude domani e che da tale data il governo sarebbe incostituzionale e illegittimo.
