Elaborazione da fonte: U~T San Diego, April 26, 2014, 7:21 A.M.
I risultati provvisori completi delle elezioni presidenziali in Afghanistan, rilasciati sabato, mostrano che il leader della formazione riformista islamica Etelaf-e Milli (Coalizione Nazionale) ʿAbdullāh ʿAbdullāh (nella foto sopra), 53 anni, oftalmologo ed ex Ministro degli Esteri, ha conquistato il maggior numero di voti, ma non la maggioranza necessaria per evitare il ballottaggio.
Il Presidente della Commissione Elettorale Indipendente, Aḥmad Yūsuf Nuristani, ha detto che ʿAbdullāh ha ottenuto il 44,9% dei voti, piazzandosi davanti al politologo e antropologo di etnia pashtun Ashrāf Ghani Aḥmadzai (nella foto sotto), indipendente ed ex Ministro delle Finanze, che è arrivato secondo con il 31,5%.
La legge elettorale richiede il ballottaggio tra i primi due candidati, se nessuno di loro ottiene la maggioranza assoluta. Il ballottaggio dovrebbe essere tenuto entro 15 giorni dai risultati finali. Nuristani ha detto che i risultati provvisori provenivano da un totale di 6.892.815 di voti scrutinati dalla Commissione Elettorale e che questa, a causa di sospette frodi, sta anche esaminando le schede di 444 seggi, che rappresentano potenzialmente più di 200.000 voti. I risultati finali saranno definiti il 14 maggio, dopo gli accertamenti sulle denunce di frode.
I candidati sono in lizza per sostituire Hāmid Karzai, l’unico Presidente che gli Afghani abbiano avuto dopo l’invasione guidata dagli Stati Uniti nel 2001 per rovesciare l’intransigente regime islamico dei Talebani. Il vincitore affronterà un periodo tumultuoso, mentre gli Stati Uniti e la NATO dovrebbero ritirare la maggior parte delle loro truppe dall’Afghanistan entro la fine di quest’anno. Karzai, i cui rapporti con Washington si sono fortemente deteriorati, è stato costituzionalmente escluso dalla corsa per un terzo mandato.
Sia ʿAbdullāh che Aḥmadzai hanno promesso un nuovo inizio con l’Occidente, procedendo verso un patto di sicurezza con gli Stati Uniti, che Karzai ha rifiutato di firmare. Tale patto avrebbe permesso a una piccola forza di soldati americani di rimanere nel Paese per continuare l’addestramento dell’esercito e della polizia afghani per combattere i Talebani.