Egitto – La Guida della Fratellanza Musulmana definisce Sīsī un “tiranno”

Elaborazione da fonte: Firstpost.World, Apr 1, 2014. Reporting by Samia Nakhoul, original writing by Yasmine Saleh

Muḥammad Badi‘ (nella foto), il top leader della Fratellanza Musulmana, ha accusato ʿAbd al-Fattāḥ Ḫalīl as-Sīsī, l’ex capo delle Forze Armate largamente accreditato come prossimo Presidente dell’Egitto, di essere un tiranno e ha previsto che non riuscirebbe a mantenere il potere. Martedì il settantenne Badi‘ e altri 50 erano sotto processo per incitamento alla violenza, in relazione alle vicende dello scorso agosto, quando le forze di sicurezza avevano disperso il principale campo di protesta pro-Morsi al Cairo.

Sīsī ha rovesciato il Presidente Moḥammed Morsi, che era stato liberamente eletto nel 2012, lo scorso luglio dopo le proteste di massa contro il suo governo. La sua estromissione è stata seguita da una delle più brutali azioni repressive contro la Fratellanza nei suoi 86 anni di storia. Centinaia di suoi sostenitori sono stati uccisi lo scorso agosto in un campo di protesta pro-Morsi e migliaia di altri, tra cui lo stesso Morsi, sono stati arrestati. Badi‘ e molti altri leader della Fratellanza in diversi casi sono stati messi sotto processo, paralizzando il principale movimento islamista che ha vinto praticamente tutte le elezioni da quando nel 2011 la sollevazione aveva rovesciato il Presidente autocratico ed ex-Generale dell’Esercito Hosnī Mubārak.

Sīsī aveva conquistato molti Egiziani rimuovendo la Fratellanza dal potere e promettendo di schiacciare gli attacchi “terroristici” che il governo addebita al gruppo, il quale ha perso il sostegno per strada dopo il travagliato anno in carica di Morsi. Parlando martedì da una gabbia dell’aula di tribunale, la Guida Suprema della Fratellanza, Muḥammad Badi‘, ha respinto le accuse da parte del governo sostenuto dai militari che il movimento sia stato implicato nel terrorismo. “Il gruppo per oltre 85 anni non si è mai impegnato in attività terroristiche e non ha mai ceduto a qualsiasi terrorismo, anche se praticato dallo Stato, e ha sopportato molto per questo motivo” ha detto Badi‘, indossando un indumento tipo camicia bianca sciolta. “Loro (le autorità attuali) sono i terroristi. Questo Sīsī è colui che lo ha realizzato”. La Fratellanza ha accusato lo Stato egiziano di praticare “terrorismo” imprigionando migliaia di persone e impegnandosi in ciò che il gruppo per i diritti umani dice siano abusi. “Loro (le autorità) sono coloro che stanno uccidendo il popolo egiziano” ha detto Badi‘. “Il popolo non accetterà un tiranno militare” ha aggiunto in riferimento a Sīsī, che si è dimesso dalle Forze Armate mercoledì scorso, al fine di presentarsi alle elezioni presidenziali del 26-27 maggio.

Solo 33 dei 51 imputati sono comparsi in aula martedì, mentre altri 18 sono giudicati in contumacia. Gli imputati sono stati provocatori durante l’intero procedimento, cantando l’inno nazionale egiziano, recitando versetti del Corano e facendo il gesto a quattro dita che ormai simboleggia la resistenza della Fratellanza alla repressione di Stato. Tafferugli sono scoppiati in tribunale dopo che un giudice si è rivolto all’imputato Ṣalāḥ Sulṭān, Professore presso la prestigiosa al-Azhar, apostrofandolo “stai zitto” quando questi si era lamentato di non essere in grado di udire il procedimento. Quando un avvocato ha chiesto di utilizzare un tono più morbido nei confronti di Sulṭān in quanto carica religiosa, il giudice si è limitato a sorridere. Dopo che il giudice si è così rivolto nei confronti di Sulṭān, gli imputati gli hanno rivolto le spalle e hanno cantato “Abbasso, abbasso il governo militare”. Gli avvocati difensori si sono ritirati dalla seduta, dopo che un giudice ha respinto una delle loro richieste. Il procedimento è stato aggiornato al 6 aprile.

La scorsa settimana nella città di al-Minyā un giudice aveva emesso una sentenza sorprendente, perfino per gli standard della repressione all’ingrosso contro la Fratellanza, quando a 529 membri e sostenitori del movimento era stata comminata la pena di morte per omicidio e altri reati. Gehad el-Haddad, 33 anni, tra gli imputati che è apparso in aula martedì, ha esortato le potenze mondiali a promuovere la democrazia in Egitto. “A quei leader del mondo che parlano in nome della democrazia; è arrivato il momento di alzarsi per porre fine al colpo di stato militare” ha detto Haddad in Inglese. “Stiamo lottando per la libertà del nostro Paese, (che) si sta trasformando nella famiglia di Sīsī. Continueremo a lottare per la nostra libertà. Non ci arrenderemo”.

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