Elaborazione da fonte: BBC, 11 November 2013, 18:43 GMT
Secondo fonti della sicurezza pakistana, uno dei capi di più alto livello della rete militante Ḥaqqānī è stato ucciso nei pressi della capitale pakistana Islāmābād. Nāṣiruddīn Ḥaqqānī, tra i 30 e i 40 anni di età, era finanziatore del gruppo e figlio del fondatore Jalāluddīn (nella foto). Fonti della sicurezza hanno confermato l’uccisione alla BBC.
I rapporti dicono che il suo corpo è stato recuperato per essere sepolto nella zona tribale del Nord Waziristan, vicino al confine afghano.
I particolari della sua morte sono ancora poco chiari. Non è chiaro chi gli abbia sparato e perché. Ma i rapporti dicono che è stato ucciso in una sparatoria nella città di Rawalpindi, vicino a Islāmābād, nella notte di domenica 10 novembre. Altri resoconti citano testimoni e fonti militanti, che hanno riferito che uomini in motocicletta, armati e non identificati, hanno sparato una scarica di proiettili contro Ḥaqqānī, mentre si fermava a comprare il pane fresco in una panetteria alla periferia nord-est della capitale.
Un altro fratello Ḥaqqānī, Badruddīn, che era stato comandante operativo del gruppo, è stato ucciso da un drone in agosto dello scorso anno. Ora a capo del gruppo è il fratello maggiore di Nāṣiruddīn, Sirajuddīn Ḥaqqānī, mentre Jalāluddīn rimane la sua figura di spicco.
Nāṣiruddīn, che era su una lista statunitense di terroristi mondiali, ha rappresentato la rete Ḥaqqānī nel tentativo dello scorso anno di istituire un ufficio dei Tālibān a Dōḥa per colloqui di pace con gli Stati Uniti. Come “fundraiser” principale del gruppo, Nāṣiruddīn aveva frequentemente viaggiato negli Sceiccati produttori di petrolio del Medio Oriente per richiedere donazioni. È stato anche il principale referente del gruppo per gli elementi filo-Tālibān in Pakistan, così come suo rappresentante con i Tālibān afghani.
A differenza di suo padre e molti dei suoi fratelli, Nāṣiruddīn Ḥaqqānī e due dei suoi zii non vivevano a Mirānshāh, nel Nord Waziristan. Aveva scelto di basarsi vicino a Islāmābād, da dove aveva iniziato i suoi numerosi viaggi all’estero per ottenere finanziamenti. Secondo alcune fonti, aveva grandi interessi commerciali nel Golfo, tra cui una compagnia di trasporti.
Si pensa che Nāṣiruddīn non sia mai stato fotografato pubblicamente. Coloro che lo hanno incontrato descrivono un uomo alto, colto, elegante, che viaggiava in automobili di lusso e sempre in rete con un ampio elenco di contatti. Dicono anche che la sua comparsa non abbia fornito indizi sui suoi collegamenti militanti. Il suo nome in codice era “il dottore”, probabilmente a causa della laurea conseguita.
La sua morte sarà un duro colpo per gli Ḥaqqānī, che dovranno trovare qualcun altro che conduca i propri sforzi per ottenere finanziamenti. Corrispondenti della BBC dicono che l’uccisione aumenterà la pressione sul governo pakistano, perché la morte di Nāṣiruddīn è avvenuta sul suolo pakistano. La sua morte giunge solo dieci giorni dopo che un drone americano aveva ucciso il leader talebano pakistano Hakimullāh Mehsud, il quale era accreditato di essere sul punto di entrare in colloqui di pace con il governo di Islāmābād. Colui che aveva compiuto passi verso i colloqui non c’è più. Il suo successore, il più intransigente Mawlānā Qazi Fazlullāh, ha prontamente escluso qualsiasi negoziato.
Le autorità afghane saranno dispiaciute che qualcuno che aveva lavorato per facilitare la pace con i Tālibān afghani sia stato rimosso dal quadro. I tentativi di avviare colloqui tra Stati Uniti, i Tālibān afghani e il governo di Kabul sono bloccati da giugno.