Elaborazione da fonte: The Huffington Post UK, 18/07/2013, 16:52 BST
Il parlamentare liberal-democratico Sir Robert Edward Russell (nella foto) ha accusato Israele di commettere un “crimine contro l’umanità” per l’espulsione pianificata di migliaia di beduini dal deserto del Negev.
“La rimozione di un numero così elevato di persone sarà effettuata solo sulla punta dei fucili” ha detto giovedì scorso ai Comuni. “Se la pulizia etnica fosse in corso altrove nel mondo, i leaders del mondo avrebbero espresso indignazione … e sono gli Stati Uniti che consentono a questo genere di cose di proseguire sin dal 1948”. Ha poi aggiunto: “Il Presidente Obama non è riuscito a garantire che la pulizia etnica non non fosse avviata contro i beduini da parte degli Israeliani, da parte del Parlamento israeliano”. E ha detto che i media britannici e internazionali dovrebbero provare “vergogna” per non comunicare “questo crimine contro l’umanità”.
Secondo Haaretz, circa 1.500 persone hanno manifestato contro il piano di spostare circa 30.000 beduini in aree riconosciute dal governo.
Le autorità israeliane insistono sul fatto che il reinsediamento sia necessario per fornire ai beduini i servizi pubblici di base precedentemente negati. Ma i beduini sostengono che il piano distrugge il loro stile di vita.
I commenti di Sir Bob sono stati supportati dal deputato conservatore Bob Stewart. L’ex Colonnello dell’esercito ha detto ai deputati: “È vergognoso che ci siano due tipi di persone in Cisgiordania, gli Israeliani e gli altri. Questo è spaventoso».
Anche Amnesty International ha condannato Israele per le demolizioni. “Le autorità israeliane devono fermare le demolizioni in queste comunità e cambiare rotta completamente, garantendo il diritto a un alloggio adeguato per tutti i cittadini” ha dichiarato Philip Luther, Direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
“Il piano Prawer-Begin del governo israeliano determinerebbe l’espulsione forzata di decine di migliaia di cittadini beduini arabi di Israele. Il piano è di per sé discriminatorio, è in contrasto con gli obblighi internazionali di Israele e non può essere accettato in nessun caso”.