Regno Hāshemita di Giordania – Re ʿAbdullāh II mette in guardia contro la divisione della Siria

Elaborazione da fonte: middle east on line, 2013-06-26

In un’intervista pubblicata mercoledì scorso il Re di Giordania ʿAbdullāh II ha messo in guardia dal permettere che la Siria si frantumi secondo linee confessionali, affermando che una polarizzazione tra Sunniti e Sciiti “avrà conseguenze devastanti”.

“Una Siria divisa significa un conflitto aperto, che minerebbe la stabilità della regione e il futuro del suo popolo per le generazioni a venire” ha detto il Re, il cui Paese ospita circa 550.000 rifugiati siriani, al quotidiano arabo londinese Asharq al-Awsat. “Dividere la Siria non è nell’interesse di nessuno e l’alterazione dell’unità siriana è una ricetta per la distruzione” ha ribadito.

Il Monarca giordano ha anche ammonito contro l’esportazione del conflitto in tutta la regione, dicendo che “soffiare sul fuoco del settarismo nel mondo arabo e islamico avrà conseguenze devastanti per le generazioni a venire e sul mondo intero”. “La paura più grande è che il conflitto siriano potrebbe espandersi in una fitna (in Arabo, per sedizione) tra Sunniti e Sciiti della regione.”

Il movimento sciita libanese Ḥizb Allāh ha apertamente detto che sta combattendo a fianco delle forze del Presidente Bashar al-Assad, mentre anche i combattenti iracheni sciiti sono segnalati in Siria a sostegno del regime contro i ribelli in maggioranza sunniti. Questi interventi hanno compattato le posizioni sunnite contro i gruppi sciiti coinvolti, in particolare contro Ḥizb Allāh.

“Stiamo affrontando una situazione in cui sia Sunniti sia Sciiti ritengono che una devastante guerra settaria in Siria sia inevitabile” ha continuato il Re. “Se lasciamo entrambe le parti nella convinzione che ciò che sta accadendo in Siria è sostanzialmente un jihad in linea di principio, il conflitto e la lotta si trascineranno all’infinito verso la distruzione totale”.

La Giordania, un alleato-chiave degli Stati Uniti nella regione, condivide con l’Occidente la paura che estremisti islamici possano stabilire una base in Siria, oltre il confine settentrionale del Regno.

“Non possiamo restare in silenzio sul tentativo di alterare il destino della regione e dei suoi popoli, sfruttando la religione e le scuole religiose per la politica e usarle come mezzo per dividere i popoli” ha sottolineato il Re, insistendo sulla necessità di una soluzione politica che includa tutte le parti siriane.

Il Re ha detto che ospitare più di mezzo milione di rifugiati siriani in Giordania ha posto il paese “al centro” della crisi. “Quello che temo è ritrovarci in una situazione difficile in cui, Dio non voglia, non possiamo fornire sollievo ai nostri fratelli e sorelle profughi siriani che cercano un rifugio sicuro in Giordania”. “Ciò significherebbe che gli sforzi per esportare la crisi siriana sono riusciti. Non dobbiamo permetterlo, per motivi umanitari e politici”.

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