Ḥizb Allāh – L’uccisione del druso Samīr al-Qunṭār, un suo simbolo in Siria

di Laure Stephan

Libera traduzione da: Le Monde

Secondo il giornalista britannico David Hirst, la liberazione di Samīr al-Qunṭār [al centro nella foto in alto tratta da israeldefense.co.il, N.d.T.] dalle carceri israeliane nel 2008 è stata una forma di “post scriptum” al conflitto tra Israele e Ḥizb Allāh che aveva devastato il Libano due anni prima. Con il rilascio del miliziano libanese durante uno scambio di prigionieri e spoglie con l’organizzazione libanese, lo Stato ebraico aveva subito una “ultima umiliazione”.

La morte di Qunṭār in Siria sabato 19 dicembre durante un’incursione attribuita da Ḥizb Allāh a forze israeliane, sembra un punto di arrivo: le autorità israeliane avevano assicurato che, uscito di prigione, colui che Al-Manar, la televisione di Ḥizb Allāh, descriveva come “prigioniero arabo più anziano” in Israele, rimaneva un obiettivo.

È a Jaramānā, sobborgo druso di Damasco, che Samīr al-Qunṭār, druso lui stesso, è stato ucciso. E non nella regione di Qunaiṭra, una zona siriana di confine con il Libano e il Golan occupato da Israele, di cui il miliziano era un “visitatore regolare” e un reclutatore di combattenti, secondo una fonte pro-regime.

Al-Manar avanza la tesi che sia stato ucciso da quattro missili a lunga gittata lanciati da aerei israeliani dallo spazio aereo siriano. L’attacco non è stato rivendicato dallo Stato ebraico, ma diverse personalità israeliane non hanno nascosto la loro soddisfazione all’annuncio della morte di questa figura pro-Ḥizb Allāh.

Tra Qunṭār e Israele il contenzioso è antico. Nel 1979 Samīr al-Qunṭār aveva solo 16 anni quando, membro del Fronte di Liberazione della Palestina, approdò su una spiaggia israeliana. Con il suo commando vuole rapire soldati per scambiarli con detenuti libanesi e palestinesi. L’operazione si trasforma in carneficina: un poliziotto, un padre e sua figlia di 4 anni sono abbattuti. La morte della bambina provoca uno shock enorme in Israele. All’inchiesta Samīr al-Qunṭār negherà in prigione di aver ucciso la bambina. L’ex Primo Ministro Ehud Olmert al suo rilascio lo qualifica “bestia umana”.

Condannato nel 1980 a scontare una pena detentiva di 542 anni, il detenuto druso è diventato nei primi anni del 2000 un simbolo per lo sciita Ḥizb Allāh, nemico giurato di Israele. Il suo leader, Ḥasan Naṣrallāh, promette che lo farà uscire di prigione. Quando combattenti di Ḥizb Allāh rapiscono due soldati israeliani il 12 luglio 2006, l’operazione aspira a ottenere la liberazione di Qunṭār e dei miliziani sciiti. Il resto è storia: la “guerra dei trentatré giorni” tra Israele e Ḥizb Allāh.

Dopo essere stato accolto al suo ritorno in Libano nel 2008 come un “eroe” da parte di Ḥizb Allāh, ma anche dai rappresentanti dello Stato libanese, Samīr al-Qunṭār si mostra più discreto. Tuttavia, lo troviamo in prima nelle cerimonie della formazione sciita nella periferia sud di Beirut. Era un membro del braccio armato? Al-Manar si accontenta di una formula vaga, affermando che Qunṭār, che si era forse convertito allo Sciismo, “lavorava nelle file della resistenza”, dopo aver “ripreso il suo jihād” nel 2008.

Con l’ingresso di Ḥizb Allāh in Siria – ufficialmente a partire dal 2013 – a fianco del regime, Samīr al-Qunṭār fa di nuovo parlare di lui. Secondo una fonte drusa siriana vicina all’opposizione, percorre i villaggi drusi della regione di Qunaiṭra e del Monte Hermon per reclutarvi combattenti pro-Asad e gode di un “potere decisionale”. I miliziani partecipano ad attacchi contro i ribelli e i jihādisti siriani in guerra contro il regime. Il ricercatore Tobias Lang afferma che Samīr al-Qunṭār recluta anche candidati per “attività contro Israele”. La zona sostituisce, per Ḥizb Allāh, un nuovo potenziale fronte con lo Stato ebraico, meno diretto rispetto al Libano.

I movimenti di queste reclute, non lontano dal Golan occupato, sono monitorate attentamente da Tzahal [le Forze di Difesa Israeliane, N.d.T.]: a fine luglio un raid attribuito agli Israeliani provoca diverse vittime dal lato siriano del Golan. Indiscrezioni danno per morto Samīr al-Qunṭār – prima di essere smentite. In autunno Washington iscrive il Libanese sulla sua lista dei “terroristi internazionali”, accusandolo di aver partecipato alla “creazione di un’infrastruttura terroristica sulle alture del Golan”.

Il “Partito di Dio” ha promesso che l’assassinio di Samīr al-Qunṭār non resterà impunito. Per la specialista Aurélie Daher, autore di Hezbollah, mobilitazione e potere (PUF, 2014), le rappresaglie sono tanto più ineluttabili, visto che “l’attacco che ha appena ucciso Qunṭār fa parte di una lunga lista di iniziative israeliane dal 2013, in territorio siriano o al confine siro-libanese, percepite da Ḥizb Allāh come provocazioni e prove per determinare dove si situano le sue linee rosse”.

Segno della volatilità del confine, domenica in prima serata tre razzi sono stati sparati dal Libano verso il nord di Israele. L’attacco non è stato rivendicato. Poco dopo, razzi israeliani puntavano a loro volta la regione libanese di Tiro.

Ḥizb Allāh dovrebbe organizzare il funerale del “[suo] martire” lunedì nella periferia sud di Beirut, prima che in serata si esprima il suo leader, Ḥasan Naṣrallāh. Non si sa se risponderà alla domanda che agita il Libano: l’Esercito russo, che sostiene il regime siriano e ha stabilito un canale di comunicazione con il suo omologo israeliano sulla sua attività aerea in Siria, era al corrente dell’operazione?

La bara di Samīr al-Qunṭār

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