“Alcuni Paesi come l’Italia stanno cercando pretesti per intervenire negli affari interni della Libia”
Elaborazione da fonti: The Palestinian Information Center, 17-2-2015 9:00 AM; Jack Moore, in Newsweek, 2/16/15 AT 6:22 PM
Foto tratta da Muslimina, Blog Informasi muslim Indonesia
Ḥamās ha espresso il suo rifiuto verso i pretesti che alcuni Paesi, in particolare in Europa, stanno utilizzando per giustificare le loro intenzioni di intervenire militarmente in Libia.
“Ḥamās rifiuta categoricamente i pretesti che alcuni Paesi come l’Italia stanno cercando per intervenire negli affari interni della Libia, in particolare con il pretesto della lotta al terrorismo” ha dichiarato lunedì il prof. Ṣalāḥ al-Bardawil, deputato del Consiglio Legislativo Palestinese e alto esponente del Movimento di Resistenza Islamico.
Il Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni aveva detto lunedì che il suo Paese era pronto all’azione militare in Libia per combattere il gruppo militante dello Stato Islamico nel quadro della legittimità internazionale.
Da parte sua, il Ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti aveva detto che l’Italia è pronta a guidare uno sforzo multilaterale per affrontare la crescente minaccia posta dai jihādisti in Libia e prevenire “un Califfato” che si sta formando al di là del mare delle coste d’Europa. “Stiamo discutendo da mesi, ma ora è diventato urgente” aveva detto al quotidiano italiano Il Messaggero. “Il rischio è imminente, non possiamo più aspettare. L’Italia ha esigenze di difesa nazionale e non possiamo avere un Califfato che domina le coste”.
Immagine tratta da:
http://www.ottoman-uniforms.com/1911-italian-turkish-war-uniforms-ww1-return-to-libya/
“Rifiutiamo questo intervento e lo consideriamo come una nuova crociata contro i Paesi arabi e musulmani” ha risposto Bardawil. Ha anche sottolineato che il suo movimento aveva già espresso il suo rifiuto dell’intervento straniero in Iraq e ora rinnova il suo appello alla comunità internazionale di non permettere simili mosse contro qualunque altro Paese arabo.
Commentando l’esecuzione di 21 cittadini cristiani egiziani in Libia, l’esponente di Ḥamās ha deplorato quanto accaduto e ha espresso il rifiuto del suo Movimento di uccidere e di attaccare persone a causa della loro appartenenza religiosa, politica e intellettuale, come è accaduto di recente in molti Paesi.
